La Squadra Mobile di L’Aquila ha notificato l’avviso della conclusione delle indagini preliminari ex art. 415 bis c.p.p. alle educatrici indagate in concorso per i reati di maltrattamenti in danno di minori.
Mentre sono ancora in corso le notifiche alle parti offese, la novità di oggi riguarda la direttrice della struttura, indagata anche lei ex art. 40 del c.p., in quanto “titolare della struttura convenzionata con il Comune di L’Aquila, malgrado le ripetute segnalazioni dei genitori dei minori circa le carenze igieniche ed assistenziali e circa le azioni improprie e dannose delle assistenti, ometteva di attivarsi al fine di impedire il verificarsi delle condotte poste in essere dalle educatrici nei confronti dei bambini.”
Fondamentale il contributo collaborativo e testimoniale dei genitori dei bambini, che sentiti tutti come testimoni e parti offese, hanno aperto nuovi scenari e confermato quelli già investigativamente acquisiti.
In sostanza la maggior parte dei genitori ha di fatto confermato quanto denunciato dalle educatrici tirocinanti.
Le condotte omissive della Direttrice, già sottolineate dagli accertamenti della Squadra Mobile, sono state confermate da molti genitori che, in occasioni e circostanze diverse, le avevano rivolto specifiche lamentele, chiedendole anche una riunione per discutere alcuni fatti che sembravano poco chiari.
La riunione si era poi tenuta, ma contrariamente a quanto richiesto, furono convocate solo le mamme che si erano lamentate e non tutti i genitori dei bambini iscritti.
In quella situazione alcune madri, le cui segnalazioni erano state puntualmente sconfessate dalla direttrice, avevano chiesto anche l’installazione di telecamere, convinte che quei filmati avrebbero convinto anche la stessa direttrice della veridicità delle segnalazioni.
Tale proposta, come tutte le segnalazioni, era stata ovviamente respinta.
Resta evidente che, complessivamente, quanto dichiarato dai genitori rimane in linea con quanto denunciato dalle educatrici e successivamente confermato dalle immagini delle telecamere.
Le maestre sono ancora oggi indagate per i reati indicati nell’ordinanza cautelare che ne disponeva le sospensione dall’attività professionale, ossia quelli previsti dagli articoli 81 – 110 – 572 del codice penale.