L’Aquila, 13 novembre 2014 – Ancora un caso di presunti “furbetti” del terremoto. E’ quello portato a galla dai militari del Nucleo di polizia tributaria delle Fiamme gialle dell’Aquila, che hanno indagato tredici persone tra cui amministratori pubblici, proprietari di immobili, professionisti e imprenditori. La vicenda giudiziaria ruota attorno allo stanziamento di un contributo di circa 2,4 milioni di euro destinato alla ricostruzione di uno stabile a Campotosto (L’Aquila).
Le indagini hanno rivelato che l’immobile, composto da sei piani e classificato, all’esito dei sopralluoghi post-terremoto, in categoria “E”, (ovvero con gravi danni strutturali) era, in realta’, gia’ fatiscente prima del sisma, come peraltro confermato da diverse denunce per atti di vandalismo presentate dai proprietari nel corso del tempo.
E’ stato quindi necessario investigare sull’iter seguito dalla pratica, alla ricerca di responsabilita’ da parte di funzionari pubblici che, nonostante la mancanza dei requisiti richiesti per l’accesso ai finanziamenti di cui alle ordinanze del presidente del Consiglio dei ministri in materia, avevano comunque propiziato l’erogazione dei fondi.
E’ cosi’ emerso che, nonostante un parere formale di senso contrario reso dalla struttura tecnica di missione del commissario delegato per la ricostruzione, il Comune di Campotosto aveva comunque trasmesso la pratica alla “filiera” nell’intento di ottenere il visto di regolarita’ amministrativa e giustificare, cosi’, l’erogazione del contributo. Sono anche emersi evidenti conflitti di interesse per ragioni di parentela diretta tra il responsabile dell’ufficio tecnico comunale deputato alla trattazione della richiesta di contributo ed il rappresentante legale dell’impresa designata per i lavori. La documentazione acquisita nel corso degli approfondimenti e’ stata esaminata anche da un consulente dell’autorita’ giudiziaria che ha confermato lo stato di abbandono e fatiscenza dell’immobile preesistente al sisma.
Su queste basi, la Procura della Repubblica ha avanzato una richiesta di sequestro per equivalente al giudice per le indagini preliminari del tribunale del capoluogo, Guendalina Buccella, per un importo pari al totale degli stati di avanzamento dei lavori (Sal) liquidati finora, ovvero circa la meta’ dei contributi riconosciuti, oltre al sequestro preventivo del conto corrente dedicato acceso per le movimentazioni di denaro connesse ai lavori.
Il provvedimento emesso dal giudice e’ stato eseguito dai finanzieri, per l’importo di 1,2 milioni di euro, cautelando l’immobile oggetto del finanziamento per le parti riconducibili agli indagati.