UN MODELLO METEO PREVEDE GLI EVENTI ESTREMI

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Arriva un nuovo modello meteo per prevedere gli eventi estremi capaci di causare alluvioni: è stato messo a punto per la zona delle Ande centrali, ma non è applicabile a zone più complesse dal punto di vista del territorio e della meteorologia, come l’Italia. Descritto sulla rivista Nature Communications, il metodo si basa sulla combinazione di una vasta mole di dati raccolti dai satelliti meteorologici, il modello è in grado di fornire un valido sistema di allerta.

Un modello per i fenomeni meteo estremi
Il risultato si deve al gruppo di ricerca coordinato da Niklas Boers, dell’Istituto tedesco per la ricerca sul clima a Potsdam (PIK), e secondo gli autori potrebbe essere applicato anche per prevedere cambiamenti estremi di altri sistemi complessi, come i mercati finanziari e l’attività del cervello. Il nuovo metodo permette di prevedere correttamente il 90% delle piogge molto intense che si verificano nelle Ande Centrali durante El Nino e il 60% di quelle che si verificano in tutte le altre condizioni.

In Italia una situazione complessa
”Modelli di questo tipo funzionano nel contesto delle Ande Centrali perché a quella latitudine è più facile seguire l’evoluzione delle nubi temporalesche che si formano sull’oceano e si dirigono verso l’interno”, spiega Francesco Napolitano, che insegna protezione idraulica del territorio e dei litorali all’università Sapienza di Roma. In Italia, aggiunge l’esperto, è invece più difficile mettere a punto un sistema di allerta perché l’evoluzione di questi fenomeni è molto rapida. Il territorio, ha aggiunto, ”è caratterizzato da piccoli bacini, come fiumi e torrenti, che rispondono in sole tre ore a una pioggia abbondante”. Per dare l’allerta alla popolazione in tempo utile, prosegue Napolitano, è necessario avere la previsione del fenomeno almeno nove ore prima, considerando che alla Protezione Civile servono sei ore per mettere in campo tutte le azioni per fronteggiare un’inondazione. In Italia, conclude dobbiamo soprattutto ”fare mitigazione del rischio, con la prevenzione ”. (ANSA)

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