BOSCO DI ROIO: FOTO E LETTERA APERTA AI CITTADINI ED AL SINDACO

La pineta di Roio rappresenta da sempre il bosco per eccellenza degli Aquilani! Sì, c’è la Madonna Fore, la Crocetta, siamo circondati da tante montagne e passeggiate immerse nella natura. Ma Roio è Roio. E’, o meglio è stata, la pineta della nostra infanzia, delle scampagnate estive con la famiglia per le grandi abbuffate di ferragosto. Ha da sempre rappresentato, con la via Mariana, uno dei percorsi più frequentati dagli amanti delle passeggiate spirituali. Vi è stata organizzata addirittura una delle giornate della gioventù con il Papa. Roio rappresenta il fuori porta romano degli aquilani, ad un passo anzi due dal centro della città e pertanto raggiungibile direttamente a piedi senza l’ausilio della macchina. E’ come se fosse, o meglio era, un parco urbano. Infatti è stata considerata, nel progetto di Piazza d’Armi, di tale importanza per la vita della città come naturale estensione del vero e proprio parco urbano che sorgerà nell’ex area demaniale.

Ma ecco come appare oggi agli occhi di un visitatore! Un visitatore accorto e competente perché i rischi sono altissimi, come i suoi alberi “incantati”. Ma incantati davvero se non addirittura spezzati! Il bosco ed i suoi camminamenti sono impraticabili. Enormi tronchi impediscono l’avanzare dell’esploratore e altri in bilico ne mettono in pericolo l’incolumità. Alcuni che sembrano aggrapparsi con le radici ormai esauste al prato circostante come a non voler cedere. Altri ancora privi ormai di vita appoggiati al fratello affianco in attesa che anche lui ceda al peso proprio e del suo compagno da secoli.

Un bosco “incantato” anzi “spezzato” come il cuore degli Aquilani quando tornando lassù, nel ricordo degli anni migliori trascorsi con la fidanzata dentro la folta chioma dei pini, non trovano più la magica atmosfera che vorrebbero anche per i propri figli.

Un bosco “incantato” anzi “spezzato” in un completo stato di abbandono!

Come si può ridurre così un “patrimonio” a due passi dalla città. Una città ferita dal terremoto e ormai ombra di se stessa che avrebbe bisogno, come un malato terminale dell’ossigeno, di una risorsa del genere. Come si può dimenticare un posto così bello e fatato dove tutti sono cresciuti, anche coloro che oggi amministrano il nostro territorio!

Eppure di proposte ce ne sono state negli anni, ma nessuna ha incontrato il benestare dei politici di riferimento! Forse perché pensavano ad altro!? Ma a cosa pensano questi politici!?

In un giorno doloroso come questo per la nostra città, in cui “scopriamo” (forse lo sapevamo da sempre) che nostri concittadini, ancor peggio di chi quel giorno rideva al telefono alla notizia del terremoto, hanno tradito la nostra fiducia ed hanno pensato solo a loro stessi, e mentre probabilmente molti stanno ancora operando con questa logica a dir poco egoistica, io voglio pensare ad un bosco che ha bisogno di aiuto, del nostro aiuto, di gente “per bene” che se ne prenda cura.

Con affetto, per il bosco,
Paolo Baglioni

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