L’AQUILA, TERREMOTO E MAZZETTE: CIALENTE, DIMETTITI, SUBITO!

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L’Aquila, 8 gennaio 2013 – Dopo le indagini della magistratura, che hanno investito in pieno il Comune dell’Aquila, da più parti arrivano le richieste di dimissioni della giunta Cialente.

APPELLO PER L’AQUILA
L’inchiesta e gli arresti sui puntellamenti sono solo l’ultimo episodio che segna definitivamente il tramonto politico del Sindaco Cialente e della maggioranza che lo sostiene.
Solo venti giorni fa ponemmo con forza e quasi da soli il tema della legalità e della trasparenza a fronte della pubblicazione di alcune intercettazioni.
Facemmo delle richieste al Sindaco che non rispose se non con i soliti insulti nel tentativo di minimizzare la voragine della questione morale che ha sotto i piedi. Lo stesso inaccettabile atteggiamento lo assume anche oggi: sono singoli episodi, le indagini sono circoscritte, mi sento tradito. Non scherziamo, la responsabilità politica del Sindaco è gigantesca, gli indagati sono uomini da lui scelti prima e dopo in Giunta e ai vertici dell’amministrazione. Il Sindaco stesso mesi fa denunciò, con una clamorosa chiamata in correo, gli appetiti spartitori della sua maggioranza.
Il minimizzare, il non prevenire possibili conflitti di interesse, affidare ruoli delicati a chi ha già avuto a che fare con la giustizia, difendere l’indifendibile, sono il terreno di coltura in cui attecchisce il malaffare, per questo la reazione del Sindaco è pericolosa e irresponsabile.
Lo abbiamo sempre detto e oggi lo ripetiamo: quando le coalizioni vengono formate unicamente sulle spartizioni di potere il risultato non potrà che essere il saccheggio.
Per questo ognuno si assuma la responsabilità delle proprie scelte e delle proprie azioni: il Sindaco si dimetta per consentire alla città una nuova stagione politica legittimata da un rinnovato mandato popolare. Al di la delle inchieste abbiamo assolutamente bisogno di un cambio di passo per ricostruirci, cosi invece ogni giorno si inciampa. E non potrà che andare peggio.
Questa è l’ultima chiamata anche per i partiti e i consiglieri di maggioranza: avete ancora la possibilità di uno scatto di dignità, di capire che è necessario un cambiamento radicale. Non avete più scusanti ormai, siete fuori tempo massimo, se non vi dissociate da questa Giunta siete e sarete complici di portare il nostro territorio alla rovina.
E’ giunto il momento di ricostruire la politica per rifondare la nostra città. E’ il mandato che abbiamo ricevuto, è’ quello che stiamo tenacemente tentando di fare con coraggio, passione e senza compromessi insieme a tanti uomini e donne.
Gli ultimi accadimenti impongono non solo a noi ma a tutta la parte sana della società un’ulteriore assunzione di responsabilità per riprendere in mano il nostro destino e vincere la sfida che la storia ci ha posto davanti. Ora, non domani.
Per queste ragioni, per queste urgenze richiediamo la convocazione immediata di un Consiglio comunale straordinario.

L’AQUILA CHE VOGLIAMO
Alla luce della rilevanza politica dei gravi fatti di cronaca giudiziaria che coinvolgono il Comune dell’Aquila con ipotesi di reato gravissime che manifesterebbero consistenti elementi di continuità con l’attuale amministrazione cittadina, L’Aquila che vogliamo, da tempo impegnata nella lotta a corruzione e concussione con il proprio Punto di Ascolto (PAC) e i vari (e anche recenti) interventi pubblici, auspica e chiederà il tempestivo commissariamento del Comune dell’Aquila per il ripristino di condizioni normali per la vita dei cittadini e la ricostruzione post-sisma.

ASSEMBLEA CITTADINA DELL’AQUILA
Alla luce dei recenti arresti e dell’apertura delle indagini nei confronti dei funzionari ed ex assessori dell’amministrazione comunale, l’Assemblea cittadina dell’Aquila chiede le immediate dimissioni del Sindaco Massimo Cialente e dell’intera giunta.
È inaccettabile che la città debba vivere l’ennesima ignominia arrecata da famelici sciacalli che hanno lucrato vantaggi personali dal disastroso, insanguinato terremoto del 6 aprile 2009.
Gli approfittatori, questa volta, sono di casa : ex assessori e funzionari scelti personalmente dal Sindaco, collocati in alcuni nodi strategici della ricostruzione, i quali hanno colto, già alcuni mesi dopo il terremoto, le ghiotte possibilità loro offerte di illeciti arricchimenti personali. Tutto ciò,
mentre 35.000 concittadini erano ricoverati nelle tendopoli ed altrettanti esiliati nella costa.
Anche se quella del Sindaco dovesse essere considerata semplicemente come una scelta infelice, il primo cittadino deve rispondere personalmente, innanzitutto per ragioni etiche, davanti alla comunità amministrata, di tanta sprovvedutezza e leggerezza.
Il danno arrecato alla città ed all’intero cratere sismico è diventato irreparabile. Come si può pretendere di reclamare dal Governo centrale quanto è legittimamente dovuto ai terremotati, per ricostruire il devastato territorio, se la sfregiata immagine offerta è quella del malaffare, insediatosi così prepotentemente all’interno delle stesse Amministrazioni? A queste autentiche nefandezze, come reagiranno i cittadini dell’intero Paese e della stessa Europa che sono stati così vicini e solidali sin dall’indomani della tragedia?

“Gli indagati hanno rivelato una dedizione costante ad attività predatorie in danno della collettività, arrivando a suggerire i metodi corruttivi, a costituire società ad hoc, a rappresentare realtà fittizie, anche in momenti (il post sisma) in cui il dramma sociale e umano avrebbe suggerito onestà e trasparenza. Da ciò si ricava la certezza della reiterazione di reati della stessa specie”, scrive il gip Romano Gargarella nell’ordinanza d’arresto, motivando le esigenze cautelari.

In attesa che la magistratura faccia il suo corso, le conseguenze politiche generate dal malaffare devono percorrere la via obbligata di una sola “scelta di responsabilità”: DIMISSIONI!

Scelta che restituisca in tal modo dignità all’intera città martoriata ed ai suoi cittadini e che, a distanza di cinque anni dal sisma, non consenta di rubare loro un futuro fattosi sempre più incerto e compromesso. Una sola e convergente parola d’ordine: DIMISSIONI SUBITO!

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