TERREMOTO, CESSAZIONE CAS: APL, PROCEDURE ARBITRARIE DA PARTE DEL COMUNE

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L’Aquila, 11 dicembre 2013 – In questi giorni molti cittadini che percepiscono il Cas stanno ricevendo delle telefonate dal Comune in cui si comunica che si può usufruire di una Casa/Map e, nel caso di rifiuto, il contributo verrà cessato.

Ora il principio per cui se ci sono alloggi liberi vanno assolutamente occupati risparmiando sui contributi di autonoma sistemazione è, oltre che previsto dalle norme, anche un criterio di sana amministrazione. Su questo nessun dubbio.
I dubbi vengono sulle modalità: se sono errate tutto il ragionamento precedente decade.

Se vengono chiamati dei cittadini ultraottantenni che faticosamente si sono autonomamente sistemati magari fuori città e che hanno la casa in ricostruzione con consegna prevista tra un anno, che senso ha creargli disagi incredibili, farli traslocare due volte in un anno, sconvolgere la loro vita?
E quali sono i parametri, le priorità e le graduatorie con cui vengono effettuate le chiamate? Perché nessuna comunicazione scritta? I criteri non sono mai stati discussi e quindi non si è potuto dare alcun contributo alla loro elaborazione. Perché non sono resi pubblici? E come mai non vengono pubblicate le liste e la cronologia delle chiamate ? E visto che di Case/Map il Comune afferma che non ce ne sono libere, quali alloggi si stanno offrendo? Quanti cittadini sono stati chiamati e con quale preavviso? E’ mai possibile che un cittadino si deve veder cambiata la vita con un preavviso di pochi giorni, senza la possibilità di capire, di organizzarsi? E’ questo un Comune amico?

Se il criterio fosse meramente economico, ovvero vengono chiamate per prime le persone che percepiscono maggiori contributi, allora in cima alla lista ci sarebbero proprio i più deboli, anziani e per giunta malati. In questo modo si creano disagi e sconvolgimenti proprio ai cittadini che andrebbero maggiormente tutelati, quelli che soffrono di più dei continui cambiamenti e che non sono indipendenti negli spostamenti. Tutto il contrario di quello che dovrebbe essere. Le persone non debbono essere trattate in questo modo, non è assolutamente tollerabile!
Inoltre senza gli elementi necessari di trasparenza i cittadini penseranno che, al solito, chi non conosce qualcuno venga chiamato per primo.

Chiediamo che venga resa pubblica una chiara regolamentazione di criteri e procedure. Nel frattempo l’Amministrazione deve sospendere immediatamente le procedure in corso che rischiano di essere vessatorie e arbitrarie. Se cosi non fosse invitiamo i cittadini eventualmente interpellati telefonicamente a pretendere dal Comune comunicazioni scritte e formali e solo successivamente valutare possibilità e alternative.

Abbiamo chiesto la convocazione della V Commissione di garanzia e controllo sull’argomento in cui siamo certi che grazie a un confronto con l’Assessore responsabile si possano concordare criteri e procedure con equità, buon senso e trasparenza nel rispetto dei diritti e della dignità delle persone, senza che per questo il Comune rinunci ai necessari risparmi sui contributi.

Ettore Di Cesare
Appello per L’Aquila