4 novembre 2013 – La Commissione Ue respinge le ”insinuazioni” secondo le quali avrebbe chiuso gli occhi di fronte a un utilizzo scorretto dei fondi europei per la ricostruzione dell’Aquila.
”La Commissione e’ estremamente preoccupata per gli odierni echi giornalistici sugli aiuti UE in seguito al terremoto del 2009 in Abruzzo. Tali articoli sembrano essere basati sulla prima stesura di una relazione che deve ancora essere discussa dalla commissione per il controllo dei bilanci del PE (la discussione e’ in programma durante questa settimana)”.
In un comunicato, il portavoce della Commissione per la politica regionale, ha commentato cosi’ le notizie diffuse da un quotidiano sull’esistenza di un dossier dell’Unione europea su presunti sprechi e infiltrazioni malavitose all’Aquila. Il documeno, ”redatto dall’Europarlamentare danese Sondergaard” viene definito ”confuso” e ”un misto di osservazioni sugli sviluppi generali della ricostruzione dell’Aquila e di aspetti correlati all’utilizzo della sovvenzione del Fondo di solidarieta’.
Vale la pena ricordare – scrive il portavoce della Commissione – che la Ue ha erogato tramite il Fondo di solidarieta’ gli aiuti rapidi piu’ urgenti (494 milioni di EURO) per sostenere le autorita’ italiane nel sopperirsi i costi necessari per dare una sistemazione immediata ai senzatetto e aiutare le comunita’ a rialzarsi in piedi dopo il devastante terremoto. Tale sostegno e la correttezza nell’utilizzo di tali fondi sono stati attentamente monitorati dai servizi della Commissione, in primo luogo per assicurare che aiuti tempestivi fossero forniti laddove erano piu’ necessari”.
”La Commissione – prosegue la nota – respinge le insinuazioni secondo cui avrebbe chiuso gli occhi di fronte a un utilizzo scorretto dei fondi UE. Al contrario, un mancato rispetto delle norme in maniera di appalti pubblici e’ stato scoperto proprio grazie ai controlli svolti dalla Commissione sull’uso dei Fondi di solidarieta’ in Abruzzo, e i relativi finanziamenti UE sono stati dichiarati inammissibili. Visti gli enormi costi delle operazioni di ricostruzione che dovranno essere sostenuti dall’Italia, i finanziamenti UE potranno ora essere dirottati su altre operazioni, pienamente ammissibili.
Le critiche secondo cui le abitazioni costruite per ospitare i senzatetto potrebbero in futuro essere utilizzate per ricavare profitti sono infondate, giacche’ il regolamento sul Fondo europeo di solidarieta’ non contiene disposizioni che escludano tale possibilita’. Anche se il progetto edilizio CASE dovesse in futuro generare delle entrate – conclude la nota – cio’ sarebbe di gran lunga compensato dagli ingentissimi oneri finanziari complessivi che gravano sulla autorita’ italiane a causa del terremoto”.