Così gli scienziati parlavano al telefono con Bertolaso poche ore dopo la riunione della Commissione Grandi Rischi, cinque giorni prima del sisma.
(di Giuseppe Caporale) L’Aquila – Volevano solo negare l’allarme terremoto. E rassicurare la popolazione. Questo emerge dalle nuove intercettazioni sull’inchiesta della tragedia dell’Aquila che L’Espresso oggi è in grado di pubblicare. Intercettazioni che chiamano in causa – ancora una volta – Guido Bertolaso, l’ex capo della Protezione Civile.
E’ a lui che Franco Barberi, vice presidente della Commissione riferisce che “quello che dovevamo fare lo abbiamo fatto…”, che in quella riunione durata una manciata di minuti hanno spiegato “che i terremoti non si possono prevedere…”.
Guido, ti volevo aggiornare. E’ andata molto bene. Sono rimasti tutti molto contenti, Abbiamo insistito che non esistono strumenti per la previsione…”.
Ed emerge con chiarezza che i sette scienziati – poi condannati in primo grado dal tribunale dell’Aquila per omicidio colposo proprio per aver svolto quella riunione con “imperizia, imprudenza e negligenza” – erano andati lì con uno scopo preciso: smentire Giampaolo Giuliani, il tecnico del radon che da giorni soffiava sul fuoco delle paure degli aquilani che ballavano con lo sciame simico in corso, annunciando un evento fatale. E per negare pubblicamente – attraverso una conferenza stampa – l’allarme di Giuliani, gli scienziati finirono per negare il rischio del terremoto. Intanto, oggi pomeriggio si svolgerà un altro capitolo di questa vicenda. I sette scienziati torneranno in aula questa volta nel ruolo di testimoni nell’incidente probatorio che vede come accusato in concorso con loro Guido Bertolaso, sempre con l’accusa di omicidio colposo. |
Secondo alcuni parenti delle vittime che hanno presentato denunce contro l’ex capo della protezione civile e ora uomo chiave della nuova Forza Italia, fu lui a dare l’ordine ai componenti della commissione di andare lì a smentire Giuliani, come rivela anche un’altra intercettazione già agli atti del processo.
Una telefonata avvenuta il giorno prima della riunione con l’ex assessore regionale alla Protezione Civile dell’Abruzzo Daniela Stati. E che è costata a Bertolaso l’iscrizione nel registro degli indagati.
“Comunque questa cosa (gli allarmi di Giuliani, ndr) la sistemiamo – diceva Bertolaso alla Stati – La cosa importante è che adesso De Bernardinis ti chiama per dirti dove volete fare la riunione. Io non vengo, ma vengono Zamberletti, Barberi, Boschi, quindi i luminari del terremoto d’Italia. Li faccio venire all’Aquila o da te o in prefettura, decidete voi, a me non frega niente, di modo che è più un’operazione mediatica, hai capito?”.
Dopo l’udienza di oggi il giudice per le indagini preliminari Giuseppe Romano Gargarella deciderà se mandare a processo Bertolaso con la stessa accusa dei sette componenti.
Il pm Fabio Picuti, in realtà, ha chiesto l’archiviazione.
29 ottobre 2013, Repubblica.it