TERREMOTO: DAI BAMBINI NUOVE CONSAPEVOLEZZE

disegno-bambini-vigili_terremotoHanno visitato la mostra “Terremoti d’Italia” e hanno cominciato a porsi e fare tante domande: gli alunni della scuola elementare di Pieve di Cadore (BL) hanno chiesto, di loro iniziativa, un incontro al Sindaco e al Dirigente scolastico per parlare di sicurezza.

Una giornata diversa, oggi niente lezioni. Oggi si va a visitare una mostra, una mostra importante che forse qualcuno potrebbe pensare non adatta ad alunni della scuola primaria. Niente di più sbagliato! “Terremoti d’Italia”, la mostra itinerante sui sismi italiani promossa dal Dipartimento della Protezione civile e allestita a Longarone in occasione del 50° della tragedia del Vajont, è stata un momento molto importante per i piccoli alunni e per gli insegnanti della scuola primaria “Pier Fortunato Calvi” di Pieve di Cadore. Il 26 settembre scorso infatti, due classi di ragazzini, la quarta A e la quarta B, felici di poter “marinare” ufficialmente la scuola, si sono recati con gli insegnanti Maria Teresa, Paolo, Angelo, Claudia e Camilla a visitare questa insolita esposizione. E ne è nata un’iniziativa davvero importante. Nel frattempo gli alunni della classi 4 A e 4B ci hanno comunicato qualche impressione a caldo su quanto hanno visto:

Ragazzi, che cosa vi ha colpito in particolar modo della mostra?
“Il video sul sisma all’Aquila ed il simulatore della scossa sismica perché abbiamo potuto osservare e provare in prima persona cosa significa terremoto”

Avete anche imparato cosa scatena i terremoti?
Sì, in un laboratorio appositamente allestito abbiamo assistito a eseguite semplici dimostrazioni ed esperimenti che ci hanno permesso di capire le cause e le caratteristiche del terremoto

Forse queste cosa vi hanno spaventato un po’….
“Sì un po’, ma abbiamo anche visto che può esistere una ‘città antisismica’. Ci hanno infatti spiegato come è possibile render più sicuri gli edifici nei quali viviamo”.

C’è qualcosa di curioso che vi è rimasto in mente?
“Sii! I sismografi d’epoca ( soprattutto quello cinese!) perché ci ha sorpreso l’ingegno dei nostri antenati!”

“Ai nostri alunni – ci spiega poi Maria Teresa, insegnante di italiano delle classi quarte – è piaciuto proprio tutto. Ognuno di loro ha mostrato interesse per ogni sezione della mostra: molto importante è stata l’esposizione delle foto storiche sui terremoti dell’ultimo secolo che ci ha permesso di comprendere, attraverso la lettura dei dati, i progressi fatti nell’ambito dei soccorsi.
Ma determinante per l’attenzione dei bambini sono stati i racconti e le spiegazioni dei membri della protezione civile che, con pazienza e con un linguaggio adeguato alla loro comprensione, hanno fatto capire loro quanto sia importante sapere, essere informati e, di conseguenza, quanto sia vitale l’esercizio del diritto di chiedere”.

Ma non finisce qui. Dopo aver visitato la mostra ai piccoli alunni sono sorte tante domande, e hanno deciso, di loro spontanea iniziativa (ricordiamo che di parla di ragazzini di che hanno fra gli i 9 e i 10 anni) di invitare il Sindaco del paese e il Dirigente Scolastico ad un incontro per parlare della sicurezza nella loro scuola.
Sindaco e Dirigente scolastico siano avvisati: i ragazzini hanno preparato una bella lista di domande argute e mirate , a cui pretenderanno risposte precise e concrete:

-La nostra scuola rispetta le norme antisismiche e quali documenti lo dimostrano?
-Le nostre aree di raccolta sono molto pericolose perché sono troppo vicine alla scuola. Come, e soprattutto dove, pensate di spostarle?
-Se la scuola dovesse subire gravi danni, dove potremmo proseguire le lezioni?
-Ci è stato detto che le vetrate sono molto pericolose e bisogna allontanarsi da esse. Cosa possiamo fare nelle nostre aule?
– Nella nostra scuola abbiamo rilevato tanti pericoli: non c’è uno spazio esterno recintato; spesso non c’è pulizia nelle adiacenze della scuola; le scalinate esterne ( lato ovest) sono senza protezione; gli automezzi del Comune ; le prese di corrente nelle aule, i davanzali in legno e le cornici delle finestre; i termosifoni senza protezioni nelle aule e nei corridoi; le infiltrazioni d’acqua dal tetto; i gradini sporgenti con spigoli vivi nel corridoio, le barriere di protezione al piano superiore;il servizio di vigilanza…
– Dal momento che l’edificio non è di recente costruzione, cosa volete o potete fare per renderlo più sicuro?

Domande né banali né scontate, che anzi dimostrano quanta consapevolezza i ragazzini abbiano acquisito a riguardo, domande di cui andare orgogliosi e a cui dare tutto il peso che meritano: quello che si deve a chi si prepara a diventare un cittadino del domani, che esige risposte da chi è preposto a darle, che si prepara ad esser parte di un sistema fondato sull’equilibrio fra responsabilità individuale e buona amministrazione.
La prevenzione, le buone pratiche, il senso del bene comune si possono imparare molto bene anche sui banchi di scuola, e questa ne è un’esemplare testimonianza.

Patrizia Calzolari
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