L’Aquila, 19 ottobre 2013 – [ Riportiamo le dichiarazioni del Sindaco dell’Aquila in relazione ai fondi per la Ricostruzione.]
Mi sembra, leggendo i giornali, i siti, le posizioni che assume il centrodestra, ed i tanti commenti, anche su fb, che forse vi è una certa confusione rispetto alla tragedia della mancanza di fondi per la ricostruzione, nonchè all’offensivo trattamento che ci è stato riservato nel varo della legge di stabilità.
Provo a ricostruire il percorso sinora compiuto e la situazione dei fondi.
Come è noto, di fatto, per la ricostruzione privata, al di là del contributo diretto (porzione trascurabile), il governo Berlusconi , o meglio Tremonti, ideò il meccanismo del cosidetto contributo agevolato con cassa depositi e prestiti, meccanismo che per ben due miliardi, ha funzionato benissimo, al punto che è stato riprodotto per l’Emilia per ben sei miliardi. Parentesi: mi chiederete ora perchè si è fermato per noi. Si è fermato perchè l’Europa ha detto, dopo il finanziamento emiliano, che qualsiasi mutuo contratto dallo Stato, o da un Comune, rientra nel debito pubblico, e quindi va calcolato rispetto al limite invalicabile del patto di stabilità fissato al 3%.
I due miliardi della Cassa Deposito e Prestiti sono stati utilizzati, a partire dal 2010, per ricostruire le B, C e le prime case E. Questi soldi, come ricorderete, finirono nel settembre dello scorso anno 2012, quando Di Stefano e Fabrizi dovettero attaccare alla porta dei nostri uffici , il famoso cartello: “non si rilasciano più buoni contributo perchè sono finiti i finanziamenti”.
Furono mesi difficilissimi, che io non dimentico, anche perchè i cittadini, infuriati, progettisti ed imprese, se la prendevano soprattutto con il Comune.
A quel punto (autunno 2012) Barca spinge per trasferire al cratere i due miliardi residui del fondo FAS, che il governo Berlusconi, per 4 miliardi (utilizzati per tutto ciò che è accaduto dopo il sisma) aveva stanziato con il decreto 39/2009.
A dicembre arriva così la famosa delibera CIPE, che trasferisce i due miliardi. Come? Una parte per la ricostruzione privata, per il Comune dell’Aquila 985 milioni (suddivisi in una quota per le periferie ed una per i centri storici) pari al 63% , mentre una quota, circa 550 milioni, il 37%, ai comuni del cratere, 100 milioni per il rilancio economico e produttìvo, altri soldi per le spese incomprimibili, ed infine una quota per l’ediòizia pubblica (scuole, uffici, chiese ecc.). Totale 2 miliardi.
Con questi due miliardi finiscono i finanziamenti previsti per il terremoto dell’Aquila. Non c’è più niente. Spero che questo sia chiaro!
CON LA DELIBERA CIPE FINISCONO I SOLDI PER IL TERREMOTO DEL CRATERE AQUILANO!!!!!
I soldi della delibera CIPE devono avere la famosa bollinatura da parte della Corte dei Conti, bollinatura che arriva nel mese di Marzo, grazie anche alle mie continue pressioni e” sceneggiate”.
Nel frattempo, le pratiche che arrivano a “maturazione”, vale a dire che ne viene approvato il contributo, ferme già dal settembre 2012 (chiedetelo ai proprietari) continuano ad accumularsi, e poi arriva finalmente il miracolo. Andati via Chiodi e Fontana, che ormai si è capito che rallentavano artatamente la ricostruzione, sia il Comune che l’ufficio speciale, comiunciano a tirar fuori progetti approvati.
Noi capiamo subito che questi progetti, che sono relativi a pratiche avviate nel 2010, 2011, 2012, entro il mese di settembre ottobre avrebbero completamente prosciugato i 985 milioni.
e così è successo. D’altra parte lo vedete anche dal numero di gru in giro!
ANNUNCIO UFFICIALMENTE CHE CON L’ULTIMO ELENCO CHE SARA’ PUBBLICATO IN SETTIMANA, ABBIAMO FINITO I SOLDI. SOLDI DELLA DELIBERA CIPE, CHE DI FATTO SERVIVA A FINANZIARE I PROGETTI DEI PRIMI ANNI DOIPO IL SISMA.
Siamo quindi nei mesi di Febbraio, Marzo 2013.
A questo punto il governo Monti, attraverso Barca, ci dice” ragazzi, tutti i soldi del piano di ricostruzione , tutti insieme non ci sono, dateci un cronoprogramma, noi lo valutiamo e concordiamo”.
Noi condividiamo, diciamo che assolutamente non pretendiamo tutti i soldi insieme (non li potremmo neanche spendere) ,facciamo il cronoprogramma, lo votiamo in consiglio e, nel famoso incontro del 21 marzo 2013, presso la Facoltà di lettere, lo diamo a Barca che lo sottoscrive.
Il cronoprogramma parte da una considerazione, condivisa anche da Monti: se la città non si ricostruisce entro il 2021, la città è persa, e soprattutto il centro storico deve terminare entro il 2019.
ll cronoprogramma parte anche da una intesa, che sottoscriviamo con Di Stefano ed Aielli: noi ci impegnamo ad approvare i progetti con il ritmo previsto, voi governo ci passate i soldi.
Cosa prevede il cronoprogramma: 2013 816 milioni, 2014 1,2 miliardi, un miliardo per il 2015, 2016, 2017.
Chiaramente ci rendiamo conto che sono una barca di soldi, allora siamo noi, in particolare Di Stefano che si inventa e sistema la cosa con ABI, che adottiamo un sistema: per una concessione di contributo, non diamo subito il 100%, come era il meccanismo del contributo agevolato, ma solo il 46% più un 2% per il progettista. Quando l’impresa avrà utilizzato il 90% di questa cifra, daremo un altro 46% ed infine il SAL finale.
Perchè questo? per distinguere tra competenza e cassa. Provo a spiegarmi. Per legge, quando diamo il contributo per un aggregato, es 10 milioni di euro, dobbiamo averli in competenza, vale a dire iscritti nel trasferimento. Ma un aggregato, per essere ricostruito, impiega almeno 30 mesi. Allora, i soldi di cassa, cioè liquidi, che lo stato ci deve girare, in contanti, da passare all’impresa man mano che procede con i SAL, sono diluiti in tre anni: 4,8 milioni il primo anno, 4, 6 milioni il secondo, il resto alla fine.
In questo modo lo stato, ad esempio, deve iscriverci per il 2013 816 milioni di euro, ma in effetti li trasferisce diluiti in tre anni. (spero di essermi spiegato).
Il 21 marzo 2013, Barca si impegna pubblicamente a trasferirci questi soldi, con le famose parole rese al microfono: “sarebbe impensabile che l’Italia non trovasse queste somme per ricostruire L’Aquila!
Nel frattempo ci sono state le elezioni, si è aperto il caos, e soldi freschi non arrivano.
Il comune, Di Stefano, Aielli ed io, capiamo che i 985 milioni bastano appena per smaltire i vecchi progetti. Ma che serve almeno un altro miliardo (vi ricordo che quando chiedo soldi li chiedo sia per L’Aquila che per il cratere).
Telefonate, incontri, telefonate, viaggi a Roma. Incontri su incontri. Da soli, anche perchè Chiodi, scornato dal licenziamento in tronco, e dal fatto che con il suo restituire a Roma 447 milioni non spesi ha fatto una figura barbina, almeno a Roma, sparisce dalla circolazione (se mai lo abbiamo visto in circolazione).
A questo punto, visto che Bersani non riesce a formare il governo, e che a noi servono i soldi, organizziamo la prima manifestazione a Roma, con le carriole piene di progetti. La manifestazione, che i bagnini aquilani del centrodestra (in primis De Matteis,bagnino che non si è mai bagnato) bollano come pagliacciata, gita, sceneggiata, porta ad un incontro a Palazzo Chigi nel quale CATRICALA con lo staff di Barca, sentito il presidente Monti, il ministro dell’Economia e soprattutto Napolitano, convinti dalle nostre spiegazioni, e per prevenire una manifestazione a Roma, che in quei giorni nessuno vuole, decidono di inserire, nel decreto con il quale si chiude il governo Monti, vale a dire missioni all’estero e cassa integrazione, anche L’Aquila, con un miliardo.
Nel pomeriggio mi chiamano però sia il Governo che il Quirinale dicendomi che il decreto viene posticipato di tre o quattro giorni poichè di lì a due giorni vi sarà l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica per cui, per “educazione”, Napolitano lascerà a lui il potere di firmare il decreto. (In quelle telefonate capisco che Napolitano non vede l’ora di passare il testimone).
Due giorni dopo si scatena la guerra: salta Marini, i 101 geni che folgorano Prodi…figurate chi mi fila in quei giorni drammatici.
Noi stiamo comunque tranquilli, con il nostro decreto ed il nostro miliarduccio.
Mentre, dicevo, aspettiamo il nuovo Presidente della Repubblica che firmi il decreto con il nostro miliardo, la situazione politica precipita. Il niet di Grillo porta al governo ( a mio avviso una iattura) delle grandi intese. Il PDL vi entra con la folle idea di sopprimere l’IMU sulla prima casa per tutti.
E’ la fine del nostro miliardo.
Per me sono giorni concitati. Contatti con ministri uscenti ed entranti. E’ chiaro che L’Aquila è sacrificata.
Posso fare una sola cosa. Preso atto che in quei giorni , che vi assicuro a Roma sembravano ricreare l’8 settembre, NON VI ERA PIU’ ALCUN INTERLOCUTORE , sentita la Giunta, decido di partire con una manifestazione eclatante di protesta: tolgo le bandiere, mi strappo di dosso la fascia. Il giorno dopo la nascita del Governo Letta esce il mio articolo, in prima pagina, sul Corriere della Sera. A Roma ha l’effetto di una bomba.
Gli sciocchi bagnini, ma sempre asciutti, del centrodestra (e non solo ) aquilano, anche ieri ed oggi, sempre in particolare l’ectoplasmico De Matteis, ancora mi prendono in giro, parlando di sceneggiata inutile . (giuliante anche, ma non posso dire che è toccato dall’età, cosa che lo discolperebbe, poichè purtroppo è mio coetaneo; quindi è proprio uno che non capisce).
Non hanno capito che invece, con quell’operazione, sebbene con l’acqua alla gola, il governo deve cedere. Come?
Mi chiama Enrico Letta e ci incontriamo. Dopo baci ed abbracci, e vari commenti, entriamo nel vivo. Mi dice che è molto rammaricato che io lo abbia attaccato mentre ancora non si insediava e sul Corriere il giorno dopo. Gli spiego la situazione e gli dico che ho capito bene che per L’Aquila non ci sono i soldi PER I PROGETTI DEL 2013, RIPETO DEL 2013. Che il governo misconosce il patto firmato con Barca.
A questo punto egli mi dice, (so che mi legge e lo può confermare) :” Hai ragione, ma la situazione la sai bene anche tu. L’unica cosa che possiamo fare è mettere una sovrattassa sui bolli, per un miliardo e due, spalmati in sei anni a partire dal 2014. Ti giuro che con la legge di stabilità, poichè usciremo dalla procedura di infrazione, ti metterò i soldi per il 2014 e nel caso anche per il 2015, poichè avrò qualche miliardo a disposizione. Però, ti prego, rimetti la fascia, dammi fiducia. “
A questo punto, poichè ricevevo rassicurazioni e pressioni anche dal resto del governo e dai partiti di governo, e non solo, recedo dalla manifestazione. (Con grande dolore di De Matteis, Ferella e qualche altro simpatico bagnino che, sotto lo sguardo, come sempre fanciullescamente stupito di Ricciuti, che vorrebbe giocare anche lui, ma ha paura di sporcarsi il vestito, devono rinunciare a fare a rubabandiera).
Perchè accettiamo? Perchè già la sera stessa si avvia un ragionamento con Mancurti, Celotto, Fassina, Legnini. Ci si comincia a muovere per far anticipare i liquidi necessari (vi ricordate la differenza tra competenza e cassa?) dalle banche italiane più grandi. Banche tutte contente di farlo, perchè così il 46% va nelle loro casse, e lavorano con i loro clienti, spesso un pò scoperti.
Allora, per capire cosa sta succedendo oggi, torniamo indietro di qualche giorno, es torniamo a sabato scorso.
COMUNE DELL’AQUILA: sono finiti i 985 milioni (più altri 105 di un precedente finanziamento). Negli uffico di Di Stefano e Fabrizi vi sono però i progetti ex filiera, ormai approvati per altri 300 milioni di euro. Aielli, presso l’ufficio speciale, ha altri progetti (soprattutto centro storico) per altri 350 milioni di euro, e, secondo il programma di lavoro, entro dicembre ne completerà per altri 300 milioni. Totale 950 milioni circa. Sono , un pò di più, gli 816 milioni del cronoprogramma del 2013. Sono i progetti delle case di tanti di voi, o di vostri parenti, o di vostri amici!!! Spero di essermi spiegato.
Servono tutti subito? No!! L’importante è , come vi spiegavo prima, averli di competenza. La cassa arriverà e servira a partire forse da marzo, ai primi stati di avanzamento. Ora ce ne servono solo 46%, appena 400 milioni. E le banche ci dicono di si.
Cosa vuol dire? Che il miliardo e due (che i bagnini dicono non servire a niente; ma nessuno che insegni loro a nuotare?), lo anticipiamo, lasciandone una parte ai comuni del cratere, che hanno cominciato a correre anche loro.
Dunque devono ora arrivare i soldi per finanziare il contributo ai progetti che rientrano nel cronoprogramma del 2014. Devono stare nella legge di stabilità 2013.
Noi chiediamo 2 miliardi, 1,2 per il comune dell’Aquila, 600 per il cratere ed i comuni fuori cratere, 200 per il resto.
Trigilia mi fa comunicare, inizialmente in gran segreto, che è riuscito a trovare solo 500 milioni per tre anni. Cosa riconfemata, qualche giorno dopo, da una telefonata di Fassina. Mi chiedono, ci chiedono “potrebbe andar bene?”
Dopo lunghe riflessioni e conti, capiamo che con un totale di 2, 7 miliardi, sebbene spalmati per anni, con l’anticipazione delle banche, possiamo andare avanti, ed accettiamo.
Questa è la storia. Tutta tesa a difendere il cronoprogramma, cioè la possibilità di ricostruire, entro il 2021, la città ed i comuni del cratere.
La legge di stabilità invece non ci ha dato nulla. Il governo ci ha preso in giro. Perchè? Perchè anticipa i 600 milioni previsti nell’ambito del miliardo e due per il 2016, 2017, 2018, in due tranche nel 2014 e 2015. Ma il governo sa bene, perchè lo stava facendo con noi, a Palazzo Chigi, che quei soldi, del miliardo e due, anticipati dalle banche, di fatto li abbiamo ad oggi già da impegnare entro dicembre.
ECCO PERCHE’ VI DICO CHE PER I PROSSIMI ANNI NON CI HANNO DATO NIENTE.
LA RICOSTRUZIONE, IN QUESTO MODO, MASSIMO A MARZO, SARA’ BLOCCATA.
Quando si finià la ricostruzione dell’Aquila? Di questo passo non prima del 2030. E chi aspetta sino al 2030?
I nostri ragazzi la cosa l’hanno capita.
Ieri pomeriggio, i consiglieri di centrodestra invece hanno fatto polemiche e basta.
Mi arrivano segnali chiari dal governo. C’è una grande preoccupazione per nostre manifestazioni. Soprattutto a Roma. In molti cercano persone che mi invitino a stare zitto e tranquillo, a non mobilitare la città.
Oggi sentivo molti esponenti della destra, in particolare De Matteis ed altri, su TVUNO dire che andare a Roma non serve, che non si deve fare nulla. Probabilmente da Roma e Teramo hanno questi ordini.
Altri ieri dicevano che ormai a molti aquilani non interessa più nulla. Sono rientrati nelle loro case e quindi…chi si è visto si è visto. Io non posso che assumermi ancora una volta il compito, doveroso, di informare la città, spiegare, e chiamare ad una grande mobilitazione. I citttadini poi scelgano. Non si mobilitano per me, per Lolli o per far contento qualcuno.
E’ in ballo il loro futuro e quello dei loro figli.
OGNUNO DECIDA, IN SCIENZA E COSCIENZA.
PER CHI SUONA LA CAMPANA?