GLI ITALIANI GETTANO CIBO PER 8 MILIARDI DI EURO L’ANNO

Cibo, ecco l’identikit degli spreconi italiani. Anteprima del rapporto Waste Watcher sullo sperpero alimentare domestico: dagli amanti delle maxispese ai cuochi esagerati, si arriva spedire nella spazzatura fra i 250 grammi e i due chili di alimenti a settimana.

cibo_carrello_spesadi Simone Cosimi – Le famiglie italiane continuano a sprecare troppo cibo. Il 60 per cento lo butta almeno una volta a settimana. Tanto da toccare picchi di controvalore da 12 euro settimanali. Sono solo alcuni dei dati dell’ultimo rapporto sullo spreco domestico realizzato da Knowledge for Expo-Waste Watcher, l’osservatorio costituito da Last Minute Market con Swg, che verrà presentato domani a Milano. Sei italiani su dieci destinano ai bidoni tra i 250 grammi e i due chili di alimenti a settimana.

La strategia peggiore? Un’unica, pachidermica spesa settimanale: buona parte dei prodotti freschi va a male e finisce inesorabilmente nella pattumiera. Ma sono tanti gli atteggiamenti, spesso ingiustificati e collegati in parte a una generale ignoranza, che conducono a una pessima gestione degli acquisti e della dispensa.

Buttiamo via in media 7 euro di cibo a famiglia – ha detto al Corriere Andrea Segrè, docente di politica agraria a Bologna e curatore del rapporto – si stima che in fondo a un anno gli sprechi alimentari costino al Paese 8 miliardi di euro. Due volte il valore della tanto contestata Imu sulla prima casa”. Dal rapporto Waste Watchers, in parte realizzato sulla base di un sondaggio Swg, escono nove profili di consumatori che, a seconda delle loro scelte e della consapevolezza rispetto al problema, gestiscono meglio o peggio gli approvvigionamenti alimentari delle sempre più scoordinate famiglie italiane. Che comprano tanto e finiscono con lo stare poco insieme a tavola. Nove “ spreco-tipi” che inchiodano le famiglie italiane. Ecco quali sono.


I consumatori attenti: gettano solo se costretti
Per fortuna sono la maggioranza relativa, il 35 per cento dei cittadini. Si tratta di quelli per cui gettare il cibo è l’ultima ed estrema risorsa. E ci arrivano solo se l’alimento non è più commestibile per muffa o cattivo odore. Sono in definitiva italiani che ritengono che “ la quantità di cibo che giornalmente viene buttato rappresenti per il pianeta un problema molto grave”. Lo spreco, tuttavia, appartiene anche a questa categoria per quasi 5 euro a settimana (a livello di nucleo famigliare, come tutte le altre cifre simili indicate in seguito).

Gli amanti delle maxispese
Il 15 per cento sceglie, per i motivi più disparati, di fare una sola, grande spesa una volta a settimana. Pratico, forse – e non è neanche detto che lo sia, in fondo – ma sbagliato: conduce infatti al rapido deperimento dei prodotti freschi come frutta, verdura e formaggi. Un atteggiamento che “appare in contraddizione – si legge nel documento – fra uno stile di vita abbastanza frenetico, che si sviluppa fra lavoro e casa nelle periferie delle città del Nord, di cui hanno un’identità forte, riconoscibile e a volte un po’ auto celebrativa, e uno stile di acquisto legato alla grande distribuzione”. La scelta migliore sarebbe fare spese piccole e più frequenti. Ma se non si riesce, andrebbe bene anche la vecchia lista e una visibilità dei prodotti sui ripiani. Per capire sempre cosa serve. Sprecano 6,97 euro a settimana per nucleo.

I cuochi esagerati
Più o meno legati alla categoria degli accumulatori ossessionati, sono una fetta consistente (13 per cento) e cucinano tanto, troppo, in continuazione. E mandano nell’immondizia quantità incredibili di cibo. In particolare pasta, cibi precotti e pane. Come nel caso degli sperimentatori delusi o degli illusi del 3×2, si tratta di “italiani che in generale mostrano un tenore di vita medio-alto – spiega il rapporto – con declinazioni del tempo, dello stile di vita, delle propensioni valoriali differenti ma che denotano un livello di capacità di reazione importante a eventuali azioni politiche di supporto alla riduzione degli sprechi”. Perdono 8,16 euro ogni 7 giorni.

Gli sperimentatori delusi
Non solo moltissimi, appena il 10 per cento della popolazione, ma molto pericolosi. Assaggiano e solo dopo aver provato scoprono cosa amano e cosa no. E buttano, ovviamente. Buttano 10,52 euro di alimenti.

Gli accumulatori ossessionati
Sono il 9 per cento degli italiani. E sono i più compulsivi: “Riempiono il frigo come se vivessero in un Paese in guerra”, spiega Segrè. Gente che accumula scatolame e provviste da conflitto nucleare che, inevitabilmente, finiscono per scadere. E quindi per essere destinate alla spazzatura. Sotto il profilo economico, sono i peggiori: lasciano per strada 12,16 euro a settimana in alimenti gettati nella pattumiera.

Gli illusi del 3×2
Sono i patiti delle maxiconfezioni: la logica schiacciante dell’offerta imperdibile e del 3×2, col 7 per cento dei consumatori, funziona ancora. Anzi, soprattutto in questo periodo. Prodotti che ovviamente, il più delle volte, non vengono consumati. Producendo perdite famigliari per quasi 10 euro settimanali.

Gli inconsapevoli e marginali
Non riescono a capire lo stato di conservazione di ciò che hanno di fronte. Quindi il loro atteggiamento (solo il 6 per cento) è imprevedibile e lo spreco elevato. “Uno spreco-tipo – si legge nel rapporto – che non sa rispondere a buona parte dell’indagine Swg sugli orientamenti ed è emblematica l’assenza sostanziale di opinioni”. Forse portati in confusione anche dalle famigerate date di scadenza. Che non sono legate al prodotto ma alla commercializzazione: spesso molti alimenti si possono tranquillamente consumare dopo quel limite. Sprecano 4,84 euro.

I nostalgici autoisolati
Sono il 5 per cento della popolazione. Sono quelli per cui il dibattito sul tema, che sia economico o ambientale, non ha alcun valore. I danni generati dalla bulimia alimentare del consumo contemporaneo, e dai conseguenti sprechi, non li toccano minimamente. Anzi, non ne conoscono neanche i fondamenti. Alla fine, tuttavia, sprecano meno delle altre categorie, intorno ai 5 euro ogni sette giorni.

I fanatici del cotto e mangiato: no agli avanzi
Sono il 4 per cento e, evitando di tornare a consumare ciò che è ancora buono e avanzato da altri pasti, sprecano molto. Esattamente 8 euro a settimana.

fonte: wired.it
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