Nel 2009, invece di prodigarsi per aiutare i terremotati aquilani, sarebbe andato a trovare l’amante che abitava poco distante da L’Aquila, utilizzando la macchina di servizio con tanto di autista. L’ex comandante dei vigili del fuoco di Imperia Vincenzo Giordano paga con il rinvio a giudizio per peculato e falso quelle deviazioni durante il tragitto per le missioni umanitarie.
A denunciarlo era stato proprio l’autista che lo accompagnava e che non condivideva evidentemente quei cambiamenti di programma. Di qui l’indagine condotta dal pubblico ministero Alessandro Bogliolo. Il rinvio a giudizio – il processo si terrà davanti a un collegio di tre giudici in data da destinarsi- è conseguenza dell’udienza preliminare condotta dal giudice imperiese Ottavio Colamartino, udienza in cui l’ex comandante ha deciso di scegliere l’abbreviato come rito alternativo.
La questione era contemporaneamente e parallelamente sfociata in una causa per mobbing in quanto l’autista sosteneva di essere vittima di ritorsioni in ambito lavorativo, frutto dell’accanimento mostrato dal comandante nei suoi confronti. Si tratta di un caso giudiziario complesso in cui è stata coinvolta indirettamente anche l’avvocato Antonella Cotta, che assisteva il vigile del fuoco e che è stata chiamata in causa per lettere in cui si chiedeva al comandante una forma di risarcimento per il mobbing. L’accusa di tentata estorsione è però caduta: per il legale lo stesso gup Colamartino ha optato per il non luogo a procedere. fonte: La Stampa |