OMICIDIO MELANIA REA: PAROLISI CONDANNATO A 30 ANNI IN APPELLO

parolisi_melania_reaLa Corte d’Assise d’Appello dell’Aquila ha condannato a 30 anni anni Salvatore Parolisi per l’ omicidio della moglie Melania Rea. In primo grado i giudici avevano pronunciato la sentenza di ergastolo.

(ANSA) – Si è conclusa dopo due ore e mezzo con le repliche l’udienza finale del processo in Corte d’Assise d’Appello per l’omicidio di Melania Rea. Prima di uscire dall’aula il procuratore generale Romolo Como non ha voluto rilasciare dichiarazioni, ma rimane sottointeso che ha chiesto la conferma dell’ergastolo per Salvatore Parolisi. A quanto si è appreso notizie sull’orario della sentenza verranno comunicate dalla Corte, presieduta da Luigi Catelli, nel primo pomeriggio direttamente ai legali del processo.

L’ex caporalmaggiore dell’Esercito era stato condannato all’ergastolo nell’ottobre 2012 per l’omicidio della moglie Melania Rea; la donna, il cui corpo fu trovato nel boschetto di Ripe di Civitella del Tronto (Teramo), venne uccisa con 35 coltellate il 18 aprile del 2011.

L’intervento odierno del legale della famiglia Rea, Mauro Gionni, è stato incentrato su alcune prove per smontare le repliche della difesa di Salvatore Parolisi. In udienza, come ha raccontato lo stesso Gionni, è stato mostrato un video che mostra Parolisi sullo stesso luogo del delitto mentre dondola la figlia Vittoria con gli stessi abiti di quel triste 18 aprile, una video chat con l’amante Ludovica, nella quale i due si mostrano reciprocamente le parti intime, ma soprattutto un filmato del 20 aprile, giorno in cui è stato ritrovato il cadavere di Melania, nel quale sono evidenti macchie di sangue rappreso che secondo la difesa di Salvatore potrebbero aver dato vita a quell’impronta sullo chalet che potrebbe dimostrare l’innocenza dell’ex caporalmaggiore.


Gionni ha invece spiegato che i militari della scientifica si sono addirittura sporcati i guanti con quel sangue e che quindi quell’impronta può avere quel tipo di origine. La chat hard con Ludovica è stata mostrata, ha spiegato Gionni, per contestualizzare la lettera prodotta dalla difesa di Parolisi nella quale Salvatore dice alla moglie di volerle bene: la chat è di soli quattro giorni prima la lettera spedita alla moglie. Il procuratore generale Romolo Como, secondo quanto riferito, ha chiesto la conferma dell’ergastolo, la difesa di Parolisi si è invece espressa per l’assoluzione.