16 agosto 2013 – Un bimbo di otto mesi è morto all’ospedale Regina Margherita di Torino dove era arrivato in seguito a quattro arresti cardiorespiratori.
Il primo si era verificato ieri intorno alle 14 mentre il piccolo era nel rifugio degli Angeli in Valle d’Aosta, a un’altezza di 3.200 metri. Sul posto è immediatamente arrivato l’elisoccorso della Valle d’Aosta che lo ha trasportato in ospedale ad Aosta.
Durante il viaggio il bimbo ha avuto altri due arresti cardiorespiratori e un quarto si è verificato in ospedale. A quel punto ieri sera è stato trasferito in elisoccorso all’ospedale Regina Margherita dove è stato stabilizzato ma le sue condizioni erano molto critiche e nella notte e’ morto.
“L’altitudine puo’ essere un fattore di rischio nel primo anno di vita di un neonato”. Sono concordi gli esperti raggiunti dall’Adnkronos Salute, Giovanni Corsello, presidente della Societa’ italiana di pediatria (Sip), e Francesco Romeo, direttore della Cardiologia dell’universita’ Tor Vergata di Roma.
Corsello avverte: “Ad alte quote c’e’ una mancanza d’ossigeno importante, che certamente non e’ la condizione idonea per un neonato al primo anno di vita. L’altitudine e’ inoltre un fattore di rischio che puo’ provocare delle crisi di ipossia, la carenza di ossigeno nell’intero organismo”.
Secondo il numero uno della Sip, “sia al mare che in montagna si devono evitare gli eccessi. Ovvero – spiega – soprattutto per anziani e bambini piccoli, meglio non frequentare altezze troppo elevate e non uscire nelle ore piu’ calde“.
Un suggerimento condiviso anche dal cardiologo, che aggiunge: “Un bambino di 8 mesi a 3.200 metri non respira bene. Ma questa – precisa Romeo – potrebbe essere una morte improvvisa, se si e’ verificata entro un’ora dall’inizio dei sintomi di un’aritmia ventricolare”.
“Molto probabilmente – suggerisce lo specialista – il piccolo aveva una malattia aritmogena del ventricolo, e l’altitudine puo’ avere innescato una canalopatia del cuore. Questi disturbi – conclude – sono associati a episodi sincopali che spesso conducono ad arresto cardiaco e morte improvvisa, generalmente in soggetti giovani e apparentemente in buona salute”.
Fonte: Adnkronos