Solo col formato più diffuso, l’A4, ci si potrebbe coprire più o meno per 237 volte la superficie di una metropoli come New York. A livello globale il materiale stampato è infatti ancora tanto, troppo: 2,98 bilioni, vale a dire quasi tremila miliardi di pagine sfornate attraverso i principali modelli di stampanti in commercio. Secondo i dati contenuti in una ricerca della International Data Corporation, società statunitense di analisi di mercato, il declino della carta è insomma lentissimo. Viaggia a percentuali molto basse, appena -1,5 per cento rispetto ai 3,03 bilioni di fogli stampati registrati nel 2011.
Ovviamente la dinamica non è ovunque la stessa.
I Paesi sviluppati procedono verso una complessiva digitalizzazione e hanno quindi continuato la loro flessione anche lo scorso anno grazie alla diffusione dei processi informatici di lavoro, l’adozione di strategie di risparmio e anche a causa della crisi economica. Semmai, il problema – qui come nei Paesi in via di sviluppo – potrebbe essere costituito nei prossimi anni dagli utenti mobile: “Per quanto possa sembrare controintuitivo – dicono da IDC – chi usa tablet e smartphone genera un volume di pagine stampate superiore a chi non usa questi device. La ricerca indica infatti che la stampa via mobile sta crescendo e nel 2015 il 50 per cento degli utenti business di tablet e smartphone stamperanno in mobilità nell’ambito lavorativo”. Un boom nascosto, dice lo studio, nel miglioramento delle soluzioni a disposizione in ufficio: al momento, per esempio, il 35 per cento di chi usa un tablet non sa infatti dove lanciare in stampa i propri documenti. Quando sarà più semplice e diretto, quel settore crescerà. |
Il pur limitato ma costante trend negativo europeo, a cui in quest’ultimo rapporto si associano quello mediorientale e africano ( -0,72 per cento), è tuttavia ostacolato dalla crescita di materiale stampato in alcuni Paesi in via di sviluppo. In particolare la macroarea asiatica e pacifica, Giappone escluso, guida la classifica con un volume di stampa cresciuto del 10 per cento all’anno, seguita dall’ America latina col 6,7 per cento. Quali sono le prospettive per il futuro? Secondo gli analisi di IDC il volume mondiale di pagine partorite rimarrà più o meno stabile nel quadriennio 2013-2017. Periodo nel quale, fra l’altro, la zona asiatica ruberà agli Stati Uniti la leadership a livello globale, sull’onda dell’inarrestabile cammino di Cina e India.
HP, Canon e Xerox occupano il podio dei marchi più diffusi, con incursioni, a seconda del tipo di tecnologia, di Samsung, Ricoh, Brother e Lexmark. Insomma, le sette sorelle della stampa cartacea planetaria. Ma cosa esce da quelle macchine? In particolare documenti monocromatici stampati con macchine laser, mentre quelli a colori sono molti meno anche se sono destinati a crescere massicciamente, sempre nei Paesi in via di sviluppo, grazie alla diffusione delle stampanti multifunzione. In generale, dalle multifunction printer – quelle che includono fax, fotocopiatrice, scanner e altri strumenti – verso cui sta migrando la maggioranza degli utenti, usciranno più pagine: +2 per cento, +13,2 da area pacifica e Sud America e –4,2 per cento dalle economie sviluppate. Entro il 2017, come conseguenza, scenderanno sia le pagine che il numero di macchine a getto d’inchiostro, che sono al momento la maggioranza ma producono la minor quantità di volume e che, per esempio nei doc a colori, calano del 5 per cento annuo su scala mondiale e dell’11,5 nei Paesi in via di sviluppo.
di Simone Cosimi
da Wired.it
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