Vedi anche:
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Ingv: un importante studio probabilistico aggiornato ogni anno, un continuo miglioramento nella tecnica di previsione dei terremoti. Ma sulla predizione nulla di concreto e riconosciuto. da centrometeoitaliano.it – La previsione dei terremoti è un argomento molto delicato in sismologia ed in geologia. L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia continua ad effettuare studi e ricerche per migliorare la tecnica per individuare i luoghi dove forti sismi potranno verificarsi nel futuro. Sul sito dell’ente è possibile trovare una sezione denominata “cosa sta facendo l’Ingv per prevedere i terremoti?”. La tecnica probabilistica e statistica è un campo molto rinomato nella geologia, grazie a questa si riescono ad inquadrare le aree maggiormente pericolose. Grazie a questa è stata generata la mappa relativa al rischio di pericolosità sismico su tutta la nostra Penisola dal 2004 e migliorata attraverso nuove ricerche specifiche effettuate da geologi d’eccellenza. |
Sempre secondo quanto viene riferito sul sito dell’Istituto, dal 2005 viene creata una pagina appartenente alla sezione di Bologna, dove vengono fatte stime probabilistiche riguardo i terremoti che potranno avvenire nei prossimi 10 anni. Queste mappe vengono continuamente aggiornate e ritoccate nel corso del tempo, con il fine di proporre una stima sempre più attendibile in tal senso. Nella mappa qui sotto vi è l’ultimo aggiornamento relativo a Gennaio. La comprensione a livello tecnico non è tuttavia molto semplice, ma l’interpretazione più comune è quella che rappresenta le zone scure maggiormente a rischio nel futuro.
Infine, aggiungiamo che risulta necessario fare una distinzione molto importante sulla differenza tra previsione e predizione: la prima può, come detto, individuare la zona dove nel futuro potranno verificarsi degli importanti terremoti; predizione invece indica la data, l’orario ed il giorno esatto in cui potrà verificarsi un movimento tellurico importante. Ma questo resta tuttora impossibile e probabilmente lo sarà ancora a lungo, perchè tecniche in grado di proporre un ‘servizio’ scientifico del genere ancora non ce ne sono e non sono riconosciute dalla comunità scientifica internazionale.