Meglio una bella passeggiata, lunga e tonificante, o una corsa veloce e brucia i grassi? Da 30 anni gli esperti si dividono a colpi di pubblicazioni e vasti studi, e recentemente la cosa si è fatta ancora più imbarazzante, con la stessa ricerca titolata in modi opposti: “ Camminare è più sano che correre”, ha scritto il Guardian contro l’Health Magazine che titolava invece “ Per perdere peso meglio correre che camminare”.
Il lavoro – durato 6 anni – è dello stesso autore, Paul Williams, che ha condotto le sue ricerche al Lawrence Berkeley National Laboratory e che ha usato gli stessi dati per pubblicare due diversi paper: dai risultati opposti. O almeno così può sembrare. Il primo mostra che chi corre resta magro o dimagrisce più facilmente di chi cammina, soprattutto se è sovrappeso, nonostante impieghi la stessa quantità di energia nello sforzo.
Il secondo sottolinea però che la camminata risulta la scelta migliore per prevenire la pressione alta, il colesterolo e il diabete: ovvero i principali imputati per le malattie cardiache. Ma sappiamo che all’aumento di peso sono collegate queste ed altre patologie, dunque: cosa è più salutare? Bisogna considerare – fa notare Slate – che perdere peso non significa essere in forma, e la salute metabolica ha a che fare con l’ipertensione e i trigliceridi nel sangue, piuttosto che con i grassi intrappolati sotto l’epidermide. Quindi sì, chi cammina può – se non bilancia la propria alimentazione – prendere o mantenere più chili di chi corre, ma in fatto di “salute” generale (pressione, colesterolo e diabete) sarà un passo più avanti. Giusto un passo però: al giudizio scientifico i risultati sono sostanzialmente simili (vedi i parametri in fondo all’articolo). In altre parole possiamo dire che sì, camminare a passo sostenuto, o in pendenza, è un po’ più salutare che correre; mentre correre è in certi casi più efficace per dimagrire. |
Quel che è importante, è decidersi a fare movimento. Quando William ha iniziato a raccogliere dati per il suo studio, nei primi anni ’90, coinvolgendo circa 47mila persone, l’ambizione era risolvere un vecchio dibattito, iniziato con il boom di joggers spuntati come funghi a inizio anni ’80.
Se venti anni prima, negli Stati Uniti, se ne contavano 100mila, nel 1980 erano 30 milioni. I medici iniziarono ad avanzare preoccupazioni: prima sul rilascio di endorfine, che poteva creare dipendenza nei runners, poi per il rischio di calcificazioni dei talloni, di fatture da stress, di infiammazioni del ginocchio. Nell’estate del 1984, infine, la morte del ranner-guro Jim Fixx, crollato a terra per attacco cardiaco durante la corsa mattutina, segnò la fine del boom: il numero di joggers americani (e non solo) precipitò del 40% tra il 1979 e il 1985, a favore dei “camminatori”.
Per arrivare ai dati, considerato lo stesso dispendio energetico (ad esempio, per una donna, l’equivalente di 7,4 chilometri di camminata è 5,15 km di corsa. Mediamente, 40 minuti di corsa possono valere come 1 ora e 20 minuti di camminata):
È importante notare che, dal punto di vista scientifico, questi risultati non danno differenze sostanziali. Se guardiamo invece alla perdita di peso, la corsa, nelle persone sovrappeso (IMC superiore a 28) si è mostrata il 90% più efficace nel far dimagrire rispetto alla camminata. |
“La gente cerca continuamente delle scuse per evitare di fare sport e restare seduti davanti alla tv”, ha detto Williams. “ Ma questi lunghe ricerche dimostrano una cosa sola: che sia la corsa o la passeggiata, entrambe migliorano la salute, abbattendo significativamente i rischi legati alle patologie cardiache”.
di Michela Dell’Amico
da Wired.it
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