11 marzo 2013 – Un topo ‘copiato’, identico all’esemplare originale, per 26 volte. E’ la clonazione ripetuta in serie, a partire dall’ultimo animale riprodotto, dall’equipe giapponese di Teruhiko Wakayama, del Centro Riken per la biologia dello sviluppo.
Per questa sperimentazione, avviata sette anni fa, sono nati, in totale, 598 topi uguali tra loro, come indica lo studio pubblicato su Cell Stem Cell, è il primo di questo genere.
La tecnica di base utilizzata è il transfert nucleare delle cellule somatiche. Consiste nell’introdurre in un ovocita enucleato della stessa specie materiale genetico prelevato dall’esemplare da clonare, ed impiantarlo nell’utero di una femmina. Un’operazione ripetuta poi, a catena, a partire dall’ultimo clone.
Le copie ottenute – spiegano i ricercatori risultano praticamente identiche: l’ultimo topo creato conserva le stesse caratteristiche biologiche del primo, vivono lo stesso tempo e conservano normali capacità riproduttive. Sono state osservate solo piccole anomalie, in alcuni cloni, come la placenta più grande, piccole differenze che non influiscono sulla vita degli animali.
Secondo Wakayama, “applicando i risultati da noi ottenuti, è possibile la riproduzione di massa di animali anche dopo la morte dell’individuo d’origine. Abbiamo aumentato il numero possibile di riproduzioni consecutive”. Un metodo che potrebbe essere utile a clonare su vasta scala, ad esempio, una mucca molto produttiva o un animale da macello con una particolare carne.
“Vogliamo continuare ancora questa sperimentazione – spiega lo scienziato – per arrivare fino al punto in cui si potrà dire che è possibile continuare la catena di clonazione all’infinito”. (Adnkronos)