10 marzo 2013 – “Tracce di cesio 137, oltre la soglia prevista dal regolamenti, sono stati riscontrati in seguito a controlli nella lingua e nel diaframma di cinghiali del comprensorio alpino della Valsesia – recita il Comunicato stampa del Ministero della Salute -. Sono stati analizzati campioni di lingua e diaframma di capi abbattuti durante la stagione venatoria 2012/2013. Su 27 campioni il livello di cesio 137 è risultato superiore allo soglia indicata dal Regolamento 733 del 2008, come limite tollerabile in caso di incidente nucleare”.
La scoperta è stata quasi casuale. I cinghiali, 27 in tutto, erano stati abbattuti da cacciatori nell’ultimo anno e sono stati analizzati per la trinchellosi, una malattia parassitaria per cui i tecnici del servizio veterinario regionale fanno degli esami di routine. “Gli stessi campioni sono stati sottoposti a un test di screening per la ricerca del radionuclide Cesio 137 – informa il Ministero -, con l’intento di mettere a punto la metodica stessa, coerentemente con quanto espresso dalla Raccomandazione della Commissione Europea del 14 Aprile 2003 (2003/274/CE).
I risultati hanno evidenziato la presenza di un numero consistente di campioni con livelli di Cesio 137 superiori a 600 Bq/Kg (Becquerel per Kilo, unità di misura per il cesio 137). I valori dei campioni oscillano in un range tra 0 e 5621 Bq/Kg e 27 campioni presentano valori al di sopra dei 600 Bq/kg. Ad oggi dei 27 con valore superiore alla soglia ne sono stati inviati 10 al Centro di Referenza Nazionale per la Ricerca della Radioattività nel Settore Zootecnico Veterinario dell’IZS di Puglia e Basilicata; 9 sono stati confermati, con la metodica accreditata, con valori superiori ai 600 Bq/Kg. Il decimo campione ha un valore attorno ai 500 Bq/Kg. E’ programmato l’invio dei 17 rimanenti campioni positivi allo screening al Centro di Referenza nazionale di Foggia. Il cesio 137 è un isotopo radioattivo rilasciato –tra l’altro – nel 1986 dalla centrale di Chernobyl”.
D’AMICO (PD): CONTROLLO SANITARIO DEI CAPI ABBATTUTI
“La notizia che proviene dalla provincia di Vercelli – dice Camillo D’Amico, capogruppo provinciale del Pd – non rende noi immuni dal medesimo pericolo per il solo fatto che qui i controlli sanitari sui capi abbattuti non sono obbligatori”. D’Amico, per scongiurare allarmi sanitari, auspica l’immediata sottoscrizione di un accordo di programma con il servizio veterinario della Asl Chieti-Lanciano-Vasto “che renda obbligatorio il controllo sanitario dei capi abbattuti, al fine di fornire certezze ai consumatori circa la commestibilità della carne di cinghiale”. Per D’Amico, sono anche troppi i furbi che traggono profitto dalla commercializzazione della carne di cinghiale e sfuggono a qualsiasi controllo sanitario e al fisco.
BALDUZZI, NESSUN PERICOLO
I livelli di contaminazione da Cesio 137 riscontrati nei cinghiali in Valsesia ”non costituiscono un rischio per la salute pubblica in considerazione dei limitati consumi di carne di cinghiale e di selvaggina”. Lo sottolinea il ministro della Salute, Renato Balduzzi.
Sulla questione si e’ tenuta la prima riunione operativa tra i tecnici del Ministero della Salute e i tecnici della Regione Piemonte, alla presenza del comandante dei Carabinieri del Nas, gen. Cosimo Piccinno, e del comandante dei Carabinieri del Noe, gen. Vincenzo Paticchio. La riunione e’ durata due ore. Le autorita’ regionali piemontesi hanno fornito la mappa con le coordinate precise dei luoghi di tutti gli abbattimenti dei cinghiali risultati contaminati. Si tratta di capi abbattuti dai cacciatori tra il 27 settembre 2012 e il 18 novembre 2012. Di ogni animale si conosce l’eta’ e il peso.
Nel corso della riunione i tecnici dell’Arpa e dell’IZS di Torino hanno ribadito che la radioattivita’ e’ stata riscontrata in 27 capi ed e’ stata finora confermata dalle analisi dell’Izs di Foggia, Centro di referenza nazionale per la ricerca della radioattivita’ nel settore zootecnico e veterinario, a cui sono stati inviati finora nove campioni. Nel quadriennio 2006-2010, sono stati sottoposti a esami di ricerca del Cesio 137 latte, formaggi, acqua, terra e fieno riscontrando livelli non trascurabili di radioattivita’, anche se ampiamente al di sotto dei limiti di legge, con eccezione dei campioni di terra, che hanno evidenziato picchi elevati a seconda dei punti di prelievo, confermando la contaminazione a ”macchia di leopardo” gia’ osservata in altre zone d’Italia al momento dell’incidente di Chernobyl.
I valori dei campioni prelevati nel 2011 – solo per latte e formaggi – erano nella norma. Al termine della riunione, si e’ deciso di procedere al campionamento da parte del NOE di terra ed acqua e da parte del NAS di matrici alimentari (selvaggina, frutti di bosco, funghi, latte e formaggi) da sottoporre ad analisi di laboratorio in Istituti nazionali. L’esito della riunione e’ stato riferito al Procuratore della Repubblica di Vercelli che aveva gia’ aperto un fascicolo processuale contro ignoti per l’articolo 439 c.p. (Avvelenamento di acque e di sostanze alimentari). Una relazione preliminare sara’ prospettata al Procuratore il 13 marzo a Vercelli nel corso di incontro con ufficiali del NAS e del NOE.