12 febbraio 2013 – Respinto il ricorso del governo italiano in difesa della legge 40 sulla fecondazione assistita. “Con la bocciatura del reclamo presentato dal Governo da parte della Corte europea per i diritti dell’uomo a Strasburgo, la legge 40 dovra’ essere ora adeguata alla Carta europea dei diritti dell’uomo, come previsto dalla sentenza della stessa Corte lo scorso 28 agosto, che ora diventa definitiva, prevedendo l’accesso alle tecniche di fecondazione medicalmente assistita anche per le coppie fertili portatrici di patologie trasmissibili ai figli”.
Lo spiega all’Adnkronos Salute l’avvocato Filomena Gallo, segretario dell’associazione Luca Coscioni.
“E’ una vittoria della cultura laica e un’affermazione dei diritti delle persone che vorrebbero avere un figlio”, prosegue Gallo insieme all’avvocato Nicolo’ Paoletti, difensore della coppia Costa-Pavan, i coniugi portatori sani di una malattia genetica che lamentavano di non poter ricorrere allo screening embrionale per la fecondazione in vitro.
“Il rigetto della difesa da parte del Governo della legge 40 – proseguono gli avvocati – conferma l’orientamento delle Corti internazionali che avevano gia’ condannato l’Italia con decisione all’unanimita’ e della Corte interamericana dei diritti dell’uomo che lo scorso dicembre ha stabilito che l’accesso alla fecondazione assistita rientra tra i diritti umani meritevoli di tutela”.
Attualmente “solo le coppie infertili hanno accesso a trattamenti di procreazione medicalmente assistita e possono chiedere di conoscere lo stato di salute dell’embrione. Da oggi anche a tante coppie fertili sara’ possibile accedere a queste tecniche e non trasmettere gravi malattie di cui esse sono portatrici – proseguono – Cosi’ e’ stata eliminata una dolorosa discriminazione nell’accesso alle cure. Oggi ancor piu’ il futuro Parlamento non potra’ piu’ ignorare i diritti di tante persone e non cancellare la legge 40″.
E se l’ex sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella, invita il mini stro Renato Balduzzi a emanare le linee guida sulla legge 40 “che erano state elaborate dal precedente governo, e che ha tenuto nel cassetto per un intero anno”, Gallo sottolinea come “in effetti il ministro potrebbe emanare le linee guida per adeguare immediatamente la legge 40 alla sentenza di agosto della Corte europea per i diritti dell’Uomo, ma i tempi tecnici non ci sarebbero. Il ministro infatti non puo’ usare il testo tenuto ‘nel cassetto’, in quanto gia’ bocciato dal Consiglio superiore di sanita’. Balduzzi e’ un ministro tecnico, certo non userebbe un testo gia’ bocciato dal Css. E per riscrivere delle linee guida che rispettino i criteri previsti nella legge 40 i tempi non ci sono”, conclude Gallo.