L’AQUILA E LA FINANZA CREATIVA DEGLI AMMINISTRATORI

derivatidi Maria Cattini, laquilablog.it – E’ di qualche giorno la notizia che il Comune dell’Aquila starebbe perdendo 3 milioni di euro con i derivati, un contratto di swap stipulato nel 2001.

Fino al 2006 l’investimento ha reso 2 milioni di euro ma, da quella data in poi, c’è stata un’inversione di tendenza e la necessità di ingenti esborsi fino alla scadenza naturale del contratto, nel 2025.

Ma di cosa parliamo quando diciamo derivati o swap?

E’ uno strumento finanziario che si usa per rinegoziare i mutui quando gli interessi che si stanno pagando sono troppo alti. Allora ci si accorda con una banca e si “scommette” sulla differenza dei tassi. Nella P.a. il ricorso ai derivati ha preso piede con la stretta del Patto di Stabilità e la mancanza di denaro contante da parte dei Comuni per finanziare le opere pubbliche.

In che modo è possibile questa rinegoziazione? L’ente locale paga alla banca un interesse pari al tasso medio interbancario (euribor), maggiorato di una certa percentuale; la banca paga invece all’ente locale gli interessi che questi doveva per i mutui che aveva.

Ad esempio, se un Comune paga il 10 per cento per un mutuo e ritiene sia troppo, va in banca e dice: datemi un prestito pari al mutuo al 5 per cento fisso più un altro 5 per cento variabile a seconda del mercato.

Se il mercato fa scendere i tassi mettiamo all’8 per cento, il Comune ci ha guadagnato il due; se il mercato fa invece salire i tassi, poniamo al 12 per cento, è la banca che ci ha guadagnato il due ed il Comune ci rimette.


Bene, cosa fa il Comune dell’Aquila nel 2001? Prende un capitale di indebitamento di 6 milioni di euro e stipula uno “swap” con scadenza 2025, con l’allora Credito italiano, ora Unicredit. [continua a leggere su laquilablog.it]