25 gennaio 2013 – Gentili sismologi dell’INGV ed in particolare Alessandro Amato, Massimo Cocco, Giovanna Cultrera, Fabrizio Galadini, Lucia Margheriti, Concetta Nostro e Daniela Pantosti che avete firmato la lettera, voi sostenete che PRESADIRETTA ha leso la vostra” immagine di ricercatori al servizio della società”.
Quando, dove, come? Dove mai avete trovato una sola parola detta da noi o da un intervistato che parli male dell’INGV o del vostro lavoro? Impossibile trovarla perché non è mai stata detta. Neanche nella requisitoria del PM e neanche nelle motivazioni della sentenza di condanna del giudice Billi, semplicemente perché l’INGV non è imputato in questo processo, dove sono state piuttosto valutate le singole responsabilità di sette imputati, tra cui anche il vostro ex presidente Enzo Boschi.
Singole responsabilità, quindi, per il PM e per il giudice che li ha condannati questi scienziati non avrebbero fatto quello che avrebbero dovuto fare, non hanno svolto alla funzione di corretta e seria analisi del rischio per la quale erano stati chiamati all’Aquila. Non è l’INGV che è stato sul tavolo degli imputati, non è la scienza come si continua a sentire ancora da parte di qualcuno degli imputati, in particolare Enzo Boschi ad essere stata processata, sono delle persone. Nessuno ha mai detto che l’INGV è un istituto fatto da una banda di fannulloni che non fanno niente dalla mattina alla sera. Quindi non capisco il vostro sentirvi “lesi nell’immagine”. Potete essere in disaccordo con la sentenza e con le motivazioni della sentenza, ma non potete prendervela con noi che l’abbiamo raccontata, spiegando al grande pubblico come si è arrivati a quella sentenza. |
E per chiudere questa parte mi domando anche se voi sette che avete firmato questa lettera rappresentate tutto l’INGV, visto che sui media la vostra lettera viene pomposamente presentata come “i sismologi dell’INGV scrivono a Riccardo Iacona “, il “direttivo” dell’INGV si è mai riunito per deliberare che PRESADIRETTA ha “offeso l’onorabilità dei sismologi?” Se così fosse presentatevi al processo di appello come parte civile offesa, almeno potrete far valere le vostre ragioni nella sede opportuna. Passiamo adesso alle vere e proprie imprecisioni che riscontro nella vostra lettera.
Voi dite che noi abbiamo sentito come testimoni dell’accusa delle persone che “hanno detto delle cose scientificamente non vere”, spero che questo non vi costi una querela e poi proseguite dicendo che noi “tra i tanti esperti italiani di terremoti, non coinvolti nel processo e di chiara fama internazionale…” che avremmo potuto sentire, abbiamo invece scelto “un vulcanologo, una statistica e un funzionario della Protezione civile molisana.”
Il “funzionario della Protezione civile molisana”, e immagino che con questa definizione non volevate sottolineare una tara o una diminutio in quanto funzionario molisano, gestisce una Rete Simica Regionale realizzata e finanziata proprio mediante una Convenzione tra il Servizio per la Protezione Civile del Molise e il Centro Nazionale Terremoti dell’INGV e comunque noi lo abbiamo intervistato in quanto aveva partecipato alla Commissione Grande Rischi come testimone, stava lì, ha sentito tutto, ha riferito tutto e poi è andato al processo a raccontarlo e secondo voi l’oscuro funzionario della protezione civile “molisano” non aveva diritto di parola? E chi aveva secondo voi diritto di parola per sapere che cosa si sono detti in quella riunione, durata un’ora e il cui verbale è uscito fuori una settimana dopo la riunione, a terremoto avvenuto?
Passiamo a quella che voi chiamate la “statistica”, cioè la dottoressa Renata Rotondi del CNR che abbiamo intervistato. Voi dite “far credere che un modello di pericolosità a 10 o 50 anni, valido su aree di centinaia di chilometri (quello della dottoressa Rotondi del Cnr), sia utilizzabile localmente per azioni pratiche di riduzione dell’esposizione è sbagliato e pericoloso. Peraltro non è nemmeno vero che i risultati di questi studi e di altri simili siano nascosti chissà dove, dal momento che una ricerca su internet o una telefonata vi avrebbe permesso di trovarli, oggi come anni fa, sul nostro sito web e negli archivi della Protezione civile a cui vengono sempre consegnati.” Intanto non capiamo perché dovrebbe essere sbagliato e addirittura pericoloso conoscere la probabilità di accadimento anche long-term, cioè nell’arco di anni-decenni, di una scossa?
La scelta delle azioni pratiche spetta al Protezione Civile, la Commissione Grandi Rischi deve fornire le conoscenze scientifiche tra cui anche le probabilità di accadimento. Fa parte dell’analisi del rischio, che è, lo ricordiamo, un dovere della Commissione in quanto Organo Consultivo della Protezione Civile, sancito nel suo statuto e previsto per legge. Oltretutto, fornire tale probabilità è una delle ‘recommendations’ date dalla International Commission on Earthquake Forecasting for Civil Protection voluta dall’allora Presidente del Consiglio dopo il terremoto de L’Aquila per fare il punto della situazione in Italia. Esattamente quello che ha fatto la Dottoressa Rotondi col suo lavoro.
Precisiamo che tutte queste ricerche sono state commissionate da Enti pubblici e finanziate con soldi pubblici: se l’INGV pensa che non servano a niente, che siano addirittura pericolose, per quale motivo allora le commissiona, visto che ci risulta che il lavoro della Dottoressa Rotondi è stato finanziato appunto dall’Ingv in convenzione con la Protezione Civile? Poi, sul termine la “statistica” di vago sapore limitativo, vorrei sottolineare che non è che abbiamo intervistato un “veterinario” e gli abbiamo chiesto di parlarci di terremoti.
La sottoresa Rotondi, primo ricercatore del CNR, studia queste cose da 20 anni e ,molto piccata per la vostra lettera,ecco cosa ci ha scritto a proposito dell’importanza degli studi statistici nell’ambito della previsione dei terremoti : “I modelli probabilistici da me utilizzati sono applicati in tutti i Paesi sismici del mondo.
Sulla competenza di matematici-statistici in campo sismologico citiamo solo i due piu’ noti, il professor Vere-Jones, padre del modello stress-release che modella le scosse principali, noto e usato in tutto il mondo e professore della Victoria University of Wellington e il professor Ogata Y.Y. a cui si deve il modello ETAS, usatissimo per la modellazione di scosse secondarie (aftershocks) in tutto il mondo, Italia inclusa, direttore dell’Institute of Statistical Mathematics,a Tokyo, oltre a essere Leader dello Statistical Seismology Research Group, Prediction and Knowledge Discovery Research Center, Giappone.
In Paesi come Giappone, Russia, Nuova Zelanda statistici di professione collaborano attivamente in campo Sismologico, come conferma anche il matematico e geofisico di fama internazionale Y.Y. Kagan (“Modelling Critical and Catastrophic Phenomena in geoscience. A Statistical Physics Approach, 2006” ).
Infine, rimandiamo a quanto scritto e ribadito recentemente dal neozelandese GNS SCIENCE, l’ istituto per la ricerca sulla comprensione dei pericoli legati ai terremoti e per la riduzione del rischio, riconosciuto a livello internazionale. L’istituto richiede ai ricercatori precise competenze statistiche (con tanto di laurea), proprio per il contributo fondamentale che tale disciplina può dare allo studio della sismologia. Sul punto,poi, che gli studi della Rotondi erano pubblicato sul vostro sito, mi sorge spontanea una domanda, perché non sono tirati fuori in quella riunione del 31 marzo 2009? Se tali studi probabilistici fossero stati citati, sono convinto che gli aquilani avrebbero dormito sonni meno tranquilli.
Chiuso il capitolo “statistica” passiamo al povero “vulcanologo”, Francesco Stoppa, accusato di aver detto secondo voi una corbelleria e cioè che “i forti terremoti sono sempre preceduti da sciami”. Ecco cosa dice Stoppa dopo aver letto la vostra lettera : “Tutti e tre i principali terremoti distruttivi L’Aquila, 1461, 1703, 2009 (M 6.5, 6.6 e 6.2, rispettivamente) hanno avuto scosse premonitrici anche molto sensibili (Guidoboni et al., 2012). I terremoti del 1762 e 1950 (Gran Sasso) hanno avuto magnitudo inferiore e non sono comparabili in quanto sappiamo che il numero e la durata di una sequenza sismica è proporzionale alla scossa principale. In aggiunta, il terremoto del 1950 e quello del 1915 (Avezzano) sono stati generati da fonti completamente indipendenti rispetto al 1461, 1703 e 2009.
Naturalmente, la mancanza di informazioni non significa necessariamente che non ci fossero scosse o sequenze premonitrici”, non sono uno scienziato ma mi sembra che sono argomenti su cui potete discutere tra di voi, ma noi Stoppa l’abbiamo sentito in quanto ex membro della Commissione Grande Rischi, per farci raccontare che cosa è la valutazione del rischio, che è precisamente l’oggetto del processo e della accusa. Inoltre gli abbiamo domandato cosa si intenda per RISCHIO, formula universalmente riconosciuta da tutta la comunità scientifica.
Forse qualcuno di voi dell’Ingv che avete firmato questa lettera contesta al professor Stoppa la sua spiegazione in merito al rischio o l’affermazione secondo cui il rischio all’Aquila era molto alto, che è esattamente quello che ci ha detto? E sul fatto che si tratti di un vulcanologo ricordo che il professor Franco Barberi, che ha il ruolo apicale di Presidente vicario della Commissione Grandi Rischi, è un vulcanologo. E non ci pare che qualcuno abbia mai messo in discussione la sua competenza o la sua funzione all’interno della Commissione, anzi.
Barberi è stato compreso” tra i massimi esperti in sismologia” come ha detto Bertolaso durante la deposizione al processo e come è stato più volte ribadito prima e dopo la riunione del 31 marzo 2009. Non c’è poi niente da rettificare, “braccio armato della protezione civile” è una definizione usata da Bertolaso durante la deposizione, abbiamo detto all’inizio che Giulio Selvaggi non era membro nominale della Commissione e poi cosa devo rettificare ancora?
Voi non siete imputati insisto e il vostro onore non è mai stato messo in discussione e neanche la vostra autonomia dalla politica, fino a prova contraria. Infine, voglio ricordare le parole che il vostro ex presidente Enzo Boschi ha consegnato alla nostra inviata Lisa Iotti, dicendo sostanzialmente che quella riunione nulla aveva di scientifico, sarebbe durare molto di piu’ e la sua sensazione netta era che fosse servita a Bertolaso per fugare dubbi e timori legati alle dichiarazioni del tecnico Giuliani, ve lo ricordate? Poco piu’ che una farsa, insomma.
Se era questa la convinzione di Boschi perché il giorno non ha chiamato tutti i media e ha detto quello che pensava. Perché non l’ha fatto? Ci sarà l’appello, gli imputati avranno modo di difendersi e dovranno smontare cose molto concrete, come le dichiarazioni di Bertolaso che abbiamo fatto sentire e che ha detto che da mesi la comunità scientifica lo rassicurava e dovranno dimostrare che quella stitica riunione di poco meno di un’ora aveva svolto la funzione per cui era stata convocata. Altro che attacco alla scienza !
Grazie
Riccardo Iacona