25 gennaio 2013 – “Di questa vicenda a me ha sempre preoccupato che le presunte responsabilita’ della comunita’ scientifica fossero un po’ la foglia di fico delle responsabilita’ di chi governa e ha governato il territorio”. Lo ha detto il Capo Dipartimento della Protezione Civile Nazionale, Franco Gabrielli, a proposito della sentenza che ha condannato i componenti della commissione grandi rischi.
“Quando ho detto che sul banco degli imputati avrei voluto anche altre persone, mi riferivo a loro”, ha spiegato Gabrielli, a Chieti per partecipare ai lavori di un convegno “Fenomeni naturali e catastrofi attese: il difficile ruolo della prevenzione in Italia”, organizzato dal Consiglio Nazionale dei Geologi nell’auditorium dell’Universita’ G. D’Annunzio.
“La sentenza dell’Aquila e prima ancora il procedimento non l’ho mai considerato il problema, ma quanto l’evidenziazione di problemi. Il tema rapporto commissione grandi rischi e sistema protezione civile, il tema importantissimo della comunicazione del rischio, la responsabilita’ di chi e’ chiamato a fare previsioni”, ha spiegato Gabrielli.
“Nel programma di Iacona a un certo punto viene intervistata una collaboratrice del dipartimento che aveva lavorato allo studio Barberi, che agli inizi degli anni ’90 aveva mappato gli edifici critici della citta’. Oggi ci si chiede che cosa potevano fare e dovevano fare in quella stanza piu’ o meno affollata gli scienziati, perche’ non ci si chiede mai che cosa non e’ stato fatto dal punto di vista di chi aveva il governo del territorio su quella analisi, su quella verifica della vulnerabilita’ degli edifici? – sottolinea il capo della Protezione Civile – questa e’ la cosa che mi preoccupa come operatore del sistema di protezione civile, che queste vicende non vengano considerate”. (AGI)