TERREMOTO EMILIA: ONLINE TUTTE LE DONAZIONI E PROGETTI PER LA RICOSTRUZIONE

torrefinale24 gennaio 2013 – «Tenere traccia» di tutte le donazioni effettuate per la ricostruzione dei comuni dell’Emilia colpiti dal sisma e «monitorare» l’andamento dei progetti in fase di realizzazione: con questo obiettivo è online da oggi «openricostruzione», il sito realizzato dall’associazione wikitalia per la Regione Emilia Romagna che vuole rispondere «alla domanda fondamentale che si fanno i cittadini, cioè dove sono finiti i soldi donati dopo il terremoto».

ERRANI – «È una cosa molto importante e unica in Italia – ha affermato il presidente della Regione Emilia Romagna e commissario delegato per la ricostruzione, Vasco Errani, durante un incontro oggi a Roma – offre l’opportunità di seguire in rete come tutte le donazioni saranno utilizzate in relazione ai danni del terremoto». Ad oggi le donazioni ricevute corrispondono, «compresi i fondi raccolti grazie ai concerti», a circa «38 milioni di euro», ha spiegato Giuseppe Rovatti, dell’Anci Emilia Romagna.

I PROGETTI – Sul sito si trovano quelle effettivamente incassate dai comuni, che possono essere utilizzare subito: al momento ci sono i dati di 43 comuni su 61 per un totale di 30.170.637 euro e ci sono 241 progetti riferiti a 30 comuni su 61. La stima complessiva dei danni è di 260 milioni di euro. «Questo progetto è utile anche per il futuro perchè dà la certezza che le donazioni raggiungono l’obiettivo», ha osservato Errani. «Così si sancisce un punto di non ritorno», ha aggiunto il Capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, l’esempio dell’Emilia Romagna «dovrà divenire il modo ordinario di procedere». Il sito, si legge in una nota, sarà aggiornato settimanalmente con i dati delle donazioni e con la rendicontazione degli stati di avanzamento dei progetti da parte dei comuni. La piattaforma non rende visibili, per la legge sulla privacy, i nomi dei singoli cittadini che hanno donato, ma potrà essere inoltrata la richiesta di pubblicazione da parte degli interessati.

Articolo da corrieredibologna.corriere.it