17 dicembre 2012 – In seguito alla diffusione della tecnologia 3D non solo in ambito cinematografico ma anche in quello domestico, attraverso televisori di ultimissima generazione, il Codacons torna nuovamente a denunciare pericoli nell’utilizzo degli occhialini 3D e la scarsa informazione resa ai consumatori.
Come noto, a seguito del ricorso del Codacons, il Ministero della Salute, sulla base del parere espresso dal Consiglio Superiore di Sanità, ha disposto che “l’utilizzo di occhiali 3D in ambito domestico per la visione di spettacoli televisivi sia controindicato per i bambini al di sotto dei 6 anni di eta’;
per i soggetti dai 6 anni fino all’eta’ adulta, debba essere limitato alla visione per un tempo massimo orientativamente pari a quello della durata di uno spettacolo cinematografico;
debbano essere fornite, da parte delle ditte produttrici, nelle istruzioni allegate alle unita’ di vendita, indicazioni d’uso con particolare riguardo a: le modalita’ per effettuare un’idonea, periodica pulizia ed eventuale disinfezione; la necessita’ che gli occhiali siano tenuti fuori dalla portata dei bambini; la necessità di un uso contestuale degli occhiali 3D agli strumenti correttivi della visione nel caso il consumatore sia portatore di lenti; l’opportunita’ di interrompere la visione in 3D in caso di comparsa di disturbi agli occhi o di malessere generale”.
Tuttavia tali indicazioni – prosegue il Codacons – devono essere messe a conoscenza del consumatore prima ancora dell’acquisto di un televisore 3D, attraverso le etichette dei prodotti in vendita oppure utilizzando appositi prospetti informativi da apporre sugli apparecchi. Solo in questo modo l’utente viene reso edotto sul corretto utilizzo degli occhiali 3D in ambito domestico e sulle relative controindicazioni, e solo cosi’ puo’ effettuare una scelta consapevole e informata.
Il Codacons ha presentato dunque un esposto alle Procure della Repubblica di tutta Italia e ai Nas, chiedendo di provvedere al sequestro dei televisori con tecnologia 3D in commercio, nei casi in cui siano venduti senza rispettare le indicate prescrizioni di sicurezza, risultando così pericolosi per i consumatori.