Il sostituto procuratore di Torino Raffaele Guariniello, in una lettera al ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, fa notare che la situazione della sicurezza nelle scuole “é ormai un’emergenza nazionale” e trasmette al ministro anche una relazione del presidente della Provincia di Torino, Antonio Saitta, il quale sostiene che la mancanza di fondi “potrebbe portare a soluzioni drastiche tra cui la chiusura di molte scuole in cui non si riesce a garantire la sicurezza”.
A dare ragione a Guariniello ed a Saitta sono un rapporto su ‘Sicurezza, qualita’ e comfort degli edifici scolasticì presentato qualche tempo fa da Cittadinanzattiva e i dati sull’anagrafe dell’edilizia scolastica resi noti recentemente dallo stesso ministero dell’Istruzione. Dal rapporto di Cittadinanzattiva emerge che la scuola italiana è una scuola di aule fatiscenti, di manutenzione sempre più scarsa e certificazioni di sicurezza assenti: una scuola su 5 (20,7%) non é sicura, mentre una su tre (36%) – quanto a sicurezza – rasenta appena la sufficienza. Solo il 24% delle scuole, secondo lo studio, è in regola con le certificazioni di sicurezza. Una scuola su dieci denuncia lesioni strutturali, il 21% presenta uno stato di manutenzione inadeguato; crolli di intonaco si registrano nei corridoi (19%), nelle aule (14%) e nei bagni (14%). |
Muffe e infiltrazioni si trovano in bagni e aule (24%), mense (18%) e palestre (17%). Il 45% degli istituti ha richiesto interventi strutturali, ma in oltre la metà dei casi (58%) l’ente proprietario non è mai intervenuto. Inoltre nel 54% degli edifici manca l’ascensore e dove è presente, nel 14% dei casi, non funziona.
Il 59% degli istituti si trova su una zona a rischio sismico, il 16% in una a rischio idrogeologico. Nelle aule, una su 4 presenta segni di fatiscenza. In classe bisogna fare i conti anche con barriere architettoniche (11%), pavimenti sconnessi (10%), finestre rotte (57%), tapparelle assenti (49%), banchi (12%) e sedie (10%) rotti. Inoltre, dai dati resi noti recentemente dal ministero dell’Istruzione, disponibili sull’anagrafe dell’edilizia scolastica, emerge che il 4% degli edifici scolastici in Italia è stato costruito prima del 1900 (il numero più consistente è concentrato in Piemonte), il 44% tra il 1961 e il 1980. Il 14,8% è stato riadattato per uso scolastico e il 4% è di proprietà di enti religiosi o privati. Soltanto il 17,7% degli edifici è in possesso del certificato di prevenzione incendi. Tuttavia il 66,5% delle scuole possiede un impianto idrico antincendio, il 49,3% dispone di una scala interna di sicurezza, il 61,5% possiede la dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico,il 63% è munito di un sistema di allarme, il 98,3% è in possesso di estintori portatili, il 95,1% possiede un sistema di segnaletica di sicurezza.
Sono le regioni del Sud quelle che presentano, da questo punto di vista, le maggiori criticità: in Calabria soltanto il 33,7% ha una scala esterna e in Sicilia il 49% ha impianti elettrici non in regola. Su 25.532 edifici per i quali è stata comunicata la classificazione sismica, 2.328 edifici sorgono nelle zone più pericolose dal punto di vista sismico e 11.414 si trovano in territori in cui in passato si sono avuti danni rilevanti a causa di terremoti abbastanza forti. Per quanto riguarda la certificazione 3.745 edifici sono progettati rispettando la normativa antisismica e 1.614 sono in possesso del certificato di conformità, vale a dire un certificato che attesta la perfetta rispondenza dell’opera eseguita alle norme per le costruzioni in zona sismica. La percentuale più alta di edifici scolastici classificati in Zona 1 (la più pericolosa) si registra in Calabria, 53,6%, seguita da Basilicata (33,5%) e Abruzzo (20,7%).