L’AQUILA, ARRESTATO INGEGNERE DELLA CRICCA: GONFIAVA APPALTI AGIBILITÀ SCUOLE

AGGIORNAMENTO: Il 30 giugno 2017 il Tribunale di L’Aquila ha assolto l’ingegner Carlo Strassil da tutte le imputazioni contestate, peraltro su conforme richiesta della Pubblica Accusa, con la più ampia formula liberatoria possibile, ovvero “perché il fatto non sussiste”, essendo stata data piena prova della sua innocenza.


28.10.2012 – Carlo Strassil è già ai domiciliari. Secondo l’accusa, gonfiò del 300 per cento il costo dei certificati per gli istituti della città colpita dal terremoto nel 2009. Obbligo di firma per il provveditore Guglielmi

di GIUSEPPE CAPORALE, da Repubblica.it – Il costo dei certificati delle scuole dell’Aquila – effettuati pochi mesi dopo il sisma – furono gonfiati. Gonfiati quasi del 300 per cento. Gonfiati per avere alcune aziende “vicine” all’allora provveditore alle opere pubbliche dell’Abruzzo, del Lazio e del Molise, Giovanni Guglielmi, attualmente provveditore della Campania e commissario straordinario per l’emergenza Sarno.

Con questa ipotesi di reato questa mattina i carabinieri del Ros dell’Aquila hanno eseguito dei provvedimenti restrittivi nei confronti di Carlo Strassil, ingegnere e imprenditore (legato ad alcuni indagati nell’inchiesta sulla cricca del G8) e Guglielmi.

Strassil è ora agli arresti domiciliari, mentre a Guglielmi è stato notificato l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria nel comune di Roma.

I reati contestati sono turbativa d’asta, falso, abuso d’ufficio e appalto non autorizzato.

I provvedimenti, emessi dal gip dell’Aquila Giuseppe Romano Gargarella, scaturiscono al termine dell’indagine “Appalti” diretta dal sostituto procuratore Antonietta Picardi. Le indagini partirono dalla procura di Pescara e dal pm Gennaro Varone. Ad altre sette persone sono stati notificati avvisi di garanzia per la stessa indagine.

E’ l’estate del 2009, quella dei cantieri “miracolo” del Governo Berlusconi. In tv, gli italiani seguono con commozione il conto alla rovescia per la consegna delle case e delle scuole. Ma al telefono, pensando agli affari, Carlo Strassil se la ride (come racconta una intercettazione agli atti dell’inchiesta).

Un appalto pubblico (da 600 mila euro) che in pochi mesi si scopre essere stato ideato proprio da Strassil. Per affidarlo a se stesso. E così lo Stato paga, con i soldi del terremoto, un lavoro “inventato”, e costato trecento volte di più del necessario, sostiene l’accusa.

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