9 ottobre 2012 – Lo chiamano disturbo post-traumatico da stress ma all’Aquila sta durando anche troppo. Lo dicono i dati delle ricerche universitarie ma anche le denunce delle associazioni cittadine che non nascondono la preoccupazione per i gravi disagi fisici e psichici, tra cui l’abuso di psicofarmaci e alcool, con cui la popolazione aquilana convive a tre anni e mezzo dal terremoto.
Preoccupa inoltre l’emergenza psichiatrica, con un’impennata esponenziale dei Trattamenti sanitari obbligatori (Tso). “Nel 2012 sono stati ben 96 quelli autorizzati in soli 8 mesi nel territorio di L’Aquila, Avezzano e Sulmona. Considerando che in 5 anni (dal 2004 all’aprile 2009) erano stati in tutto 8, l’emergenza e’ evidente“, denuncia all’Adnkronos lo psicologo Alessandro Sirolli, presidente di ‘180amici L’Aquila onlus’ ed ex direttore del Centro diurno psichiatrico dell’Asl.
L’allarme sui Tso era stato lanciato dallo stesso Massimo Cialente che, in qualita’ di sindaco del capoluogo, aveva firmato i provvedimenti. “E’ un segnale preoccupante – prosegue Sirolli – non abbiamo ancora dati certi sull’eta’ ma sappiamo che coinvolgono anche giovanissimi. Solo il 28 settembre i Tso sono stati nove in un solo giorno”.
Squilibri e attacchi di depressione per la vita nei container – sono ancora 30mila gli sfollati, tra i 10mila che ricevono un sussidio e i circa 18mila che vivono nelle case provvisorie – non possono nemmeno contare su strutture appropriate: “Il Centro per la salute mentale e il Centro diurno psichiatrico – riferisce Sirolli – si trovano ancora nei container nell’area dell’ex ospedale psichiatrico S.Maria di Collemaggio.
Le condizioni igieniche, la carenza di risorse umane sono problemi enormi che gli psicologi non riescono ad arginare. C’e’ grande sofferenza”.
“Gli studi di clinica psichiatrica dell’universita’ dell’Aquila condotti dal professor Massimo Casacchia hanno dimostrato l’aumento del disagio e dell’uso di farmaci psicotropi soprattutto nella fascia piu’ anziana della popolazione“, argomenta il sindaco Cialente. “Da cosa dipenda questo aumento vertiginoso dei Tso – prosegue – possiamo immaginarlo: il terremoto ha disarticolato i punti di riferimento, mentre le peggiorate condizioni economiche e sanitarie di chi vive in strutture temporanee hanno fatto aumentare la disperazione”.
Secondo lo psichiatra Vittorio Sconci, direttore del Dipartimento di Salute mentale della provincia dell’Aquila, i veri problemi sono ancora da venire: “Per quanto riguarda i Tso, una delle cause e’ l’aumento della capillarizzazione del controllo sul territorio, insieme alla minore tolleranza dei malati psichici in una situazione di disagio abitativo. Pero’ – precisa – siamo preoccupati per cio’ che avverra’ tra qualche mese”. Per lo psichiatra, la popolazione, in un contesto instabile e di crisi economica, e’ tenuta fuori dai processi di ricostruzione ed e’ sempre piu’ insicura. “La vera emergenza – conclude – e’ il cambiamento del tessuto sociale, di cui non conosciamo ancora i prodotti”.
Se Alessandro Sirolli accusa aziende ospedaliere e Comune di non promuovere indagini e iniziative per prevenire, ad esempio, alcolismo e suicidi che ritiene in aumento nonostante i dati non aggiornati, Giovanni Mangione, volontario della Croce Bianca aquilana dipinge un quadro della situazione altrettanto desolante: “Sembra di vivere in un set cinematografico dove la normalita’ e’ finta, solamente un’illusione. Tra i ragazzi – racconta all’Adnkronos – c’e’ tanta depressione e l’aumento del consumo di droghe e psicofarmaci lo conferma“. Mangione si sente un ospite abusivo nella sua citta’ e accusa gli enti pubblici di latitare: “Non e’ cambiato niente rispetto a tre anni fa, basta visitare il centro storico per capirlo”.
(Adnkronos)