25 settembre 2012 – Nelle settimane passate, l’Ente Parco aveva dato notizia della gravissima violazione accertata dalle Guardie del Parco in località “Vallone pecora morta” di Bisegna, dove l’impresa boschiva Giovanni Mariani di Castellafiume, insieme ad un taglio di uso civico regolarmente autorizzato, aveva effettuato tagli abusivi di centinaia di piante, anche di rilevante interesse naturalistico, come il sorbo degli uccellatori.
Il sequestro giudiziario del legname abusivamente tagliato, disposto dalle Guardie del Parco sul luogo, non veniva convalidato dalla Autorità Giudiziaria.
I Servizi dell’Ente hanno doverosamente continuato ad effettuare tutti gli ulteriori accertamenti, ai fini sia della definitiva quantificazione della massa legnosa abusivamente tagliata, che dell’accertamento, ovvero della certificazione del danno ambientale derivato.
Gli accurati accertamenti definiti nei giorni scorsi hanno portato alla luce numeri a dir poco sconcertanti e senza precedenti: le piante abusivamente tagliate dalla citata impresa boschiva sono esattamente 4384 per circa 7.000 (settemila) quintali di legna, pari a quasi l’intera quantità del legname di due usi civici autorizzati ai Comuni di Barrea e Civitella Alfedena.
Anche il danno ambientale accertato è di rilevanti proporzioni, specialmente con riferimento alle pesanti conseguenze sulla biodiversità nell’area interessata dai tagli abusivi, pari a 13 ettari. Infatti, alla luce degli ultimi dati scientifici disponibili, specie di rilevante interesse, come il Picchio dorsobianco e la Balia dal collare, inserite nella direttiva Habitat, e presenti in zona rischiano perdite pari al 100%. Senza contare i danni ai delicati equilibri ecologici (fauna,microfauna, flora,microflora, suolo, etc) che caratterizzano la vita del bosco.
Per tutto ciò le Guardie del Parco hanno sporto regolare e documentata denuncia alla Procura della Repubblica di Avezzano, contro l’impresa boschiva medesima, per diverse ipotesi di reato, tra le quali furto, appropriazione indebita e danneggiamento, chiedendo nuovamente il sequestro dell’area, anche per evitare ulteriori possibili asportazioni di legname in parte ancora presente sui luoghi, nonché la prosecuzione del reato.
Al momento opportuno, in un eventuale procedimento penale, l’Ente si costituirà parte civile.