25 settembre 2012 – Il direttore delle Poste del Senato a Roma, Orlando Ranaldi, è stato arrestato dai Carabinieri nell’ambito dell’inchiesta sulla banda italo-albanese che spacciava cocaina. Dalla ‘strisciata’ del Postamat alle ‘strisce’ di cocaina. Per Ranaldi l’accusa e’ infamante. Spaccio di cocaina, in associazione con una banda capeggiata da un boss albanese.
La notizia arriva all’improvviso e scuote Palazzo Madama, assopito nel suo consueto torpore. I dipendenti dell’ufficio, che peraltro si trova accanto alla sede dell’Ispettorato di Pubblica sicurezza del Senato, sono sotto shock.
“Noi siamo del turno del pomeriggio, nessuno ci ha detto nulla. Lo abbiamo appreso perche’ la notizia si sta diffondendo adesso, ne parlano tutti”, spiegano. Il direttore Ranaldi lo hanno visto andar via ieri, come sempre. Era “qui da 3-4 anni”, raccontano gli impiegati al cronista della Dire. “Io lavoro in questo ufficio da trent’anni- prende la parola un altro signore- e non era mai successo nulla di simile”.
Mentre gli impiegati raccontano tutto il loro stupore, il senatore Alberto Tedesco, allo sportello per una pratica, assiste anche lui allibito. E non e’ il solo a cadere dalle nuvole. Uno dei questori di Palazzo Madama, Paolo Franco (Lega) ci tiene a precisare: “Non e’ un dipendente del Senato ma di Poste italiane, cio’ non toglie che siamo esterrefatti”.
Imbarazzato anche il vice segretario generale, Nicola Benedizione, che prega il cronista di non insistere: “So tutto, ho preso visione…”, dice attraversando il Transatlantico.
E poi la sensazione, la paura, l’ennesimo discredito sulla casta, che la vicenda possa avere degli strascichi ulteriori. Il capogruppo dell’Idv, Felice Belisario, in mezzo a un capanello di colleghi lo dice chiaramente: “Spero che non abbia spacciato anche all’interno del Senato”. Un altro senatore sorride: “Eh ma se c’e’ uno spacciatore…”. E un terzo, chiosa sicuro, chiedendo l’anonimato: “Ma guardi che qui il 10% dei senatori sniffa…”.
Ai dipendenti dell’ufficio postale vengono riportate le preoccupazioni dei parlamentari, ma loro non hanno dubbi: “Per l’amor di Dio… siamo nel Senato della Repubblica”. Qui accanto ci sono i poliziotti, “ci conosciamo tutti, si prende il caffe’ insieme”.
E LUI SI INDIGNAVA PER LA MALAPOLITICA – Nobili valori, buoni sentimenti e anche quel tanto di indignazione per la malapolitica: il profilo twitter di Orlando Ranaldi restituisce l’immagine di un uomo, come si suol dire, tutto d’un pezzo. Ranaldi, 53enne direttore delle Poste al Senato della Repubblica, e’ stato arrestato alle prime luci dell’alba per spaccio di cocaina. “Continua la fuoriuscita di volgarita’ e arroganza dalla politica che non viene scelta dai cittadini!”, twittava qualche giorno fa il dirigente postale al deputato Pd Mario Adinolfi.
E ancora, Ranaldi si lamenta con Riccardo Milana, parlamentare dell’Api: “I cervelli in Italia li abbiamo sempre avuti, diamo loro credibilita’ e sostegno!”. In fondo, spiega, bisogna “cambiare davvero, con la testa e con il cuore! E senza il portafoglio. Basta gargarozzoni e musicanti!”. Non manca una tirata contro il giustizialismo in politica. “Ma io dico: Di Pietro che ci azzecca con il Parlamento? E’ parte quando incassa, e’ giudice quando chiede!”.
Fonte: «Agenzia Dire, www.dire.it»