SCUOLA A 5 ANNI? MEGLIO DI NO

18 settembre 2012 – Cominciare la scuola a 5 anni come gli inglesi? “Meglio seguire l’esempio della Finlandia, dove l’età di ingresso tra i banchi è 7 anni e i risultati scolastici sono migliori. In ogni caso, per cominciare prima, l’intera didattica della scuola elementare dovrebbe essere rivista ed adeguata alle esigenze di apprendimento specifiche di alunni più piccoli”.

Interviene così la psicologa dello sviluppo Anna Oliverio Ferraris nel dibattito aperto dal progetto allo studio del ministero dell’Istruzione, per anticipare a 5 anni l’ingresso nella scuola e diplomarsi prima. “A 5 anni – spiega l’esperta all’Adnkronos Salute – i bambini sono ancora abbastanza piccoli. Non tutti hanno ancora il coordinamento mano-occhio per poter scrivere in modo fluido. A volte si rischia di chiedere uno sforzo eccessivo”.

Inoltre “molti bambini hanno ancora l’esigenza di muoversi, soprattutto i maschi“, sottolinea la psicologa. “Personalmente – aggiunge – sono contraria ad anticipare, ma se lo si volesse fare bisognerebbe rivedere la didattica e i programmi dell’intero ciclo.

Tenendo presente che non conta solo l’intelligenza del bambino, ma anche la sua necessità di muoversi e fare attivamente le cose: non si può chiedere a un bimbo di 5 anni di stare fermo al banco“, e con le classi affollate delle nostre scuole la sfida per lezioni vivaci e non statiche è grande.

Il tipo di didattica, infatti, “dovrebbe essere estremamente attiva”, continua l’esperta, “ma se si ha intenzione di lasciare le cose come stanno, anticipando solo l’ingresso, allora è meglio non cambiare”. Spesso, ricorda Oliverio Ferraris, in questi dibattiti sulla scuola primaria “non si considera che i piccoli apprendono anche alla scuola materna e che imparano anche in maniera informale, giocando”.

E per la psicoterapeuta il modello da seguire, più che l’Inghilterra – “dove tra l’altro ci sono strategie didattiche più attive delle nostre” – è quello della Finlandia “dove si va a scuola a 7 anni e i ragazzi a 15 anni hanno migliori risultati a livello europeo, sia in campo umanistico sia scientifico”.

(Adnkronos)