POSTE ITALIANE: IN ARRIVO LO SCIOPERO

L’Aquila, 18 settembre 2012 – Scatta la mobilitazione generale del personale di Poste Italiane, con il blocco delle prestazioni straordinarie fino al 13 ottobre e una giornata di sciopero prevista per il 12 ottobre, che culminera’ in una manifestazione nazionale a Roma.

“I dipendenti di Poste Italiane sono in stato di agitazione”, spiegano Paolo Sangermano, Segretario generale Cisl della provincia dell’Aquila e Giuseppe Di Giuseppe, segretario Slp-Cisl, “contro i tagli previsti dall’azienda e il piano di gestione del management imperniato prevalentemente sul contenimento dei costi con tagli indiscriminati del personale e l’assenza totale di un solido progetto di crescita e di sviluppo industriale.

Un’operazione che mette a rischio i livelli occupazionali e la solidita’ dell’azienda”. Lo sciopero e’ stato proclamato dalle sigle sindacali Slc-Cgil, Slp-Cisl e Failp-Cisal. La Cisl fa notare come “l’organico di Poste italiane sia in continuo calo: nel 1998, quando fu costituita la spa, i dipendenti erano quasi 200mila.

Adesso sono scesi a 139mila e il piano di riorganizzazione aziendale portera’ ad un ulteriore taglio di 10mila unita’, con la chiusura definitiva di 1200 uffici postali sul territorio nazionale”. In provincia dell’Aquila le ricadute saranno pensantissime: taglio di circa 50 addetti ai servizi postali, chiusura di 30 uffici postali nelle zone periferiche, razionalizzazione di 50 uffici postali, che apriranno a giorni alterni.

“Tagli”, sottolineano Sangermano e Di Giuseppe, “che si vanno ad aggiungere ad una situazione gia’ estremamente critica, con i lavoratori costretti, nella stessa giornata lavorativa, a dividersi tra vari uffici. Siamo, inoltre, preoccupati per un possibile scorporo del bancoposta che potrebbe determinare la perdita dell’unicita’ aziendale. La mobilitazione proseguira’ fino a quando l’azienda non tornera’ indietro rispetto alle rigide posizioni assunte, soprattutto in relazione ai tagli al personale e ai servizi alla clientela, con indubbie ricadute negative sul ruolo che Poste italiane ha sempre svolto sul piano sociale”.