1 settembre 2012 – Tre mesi fa le due forti scosse di terremoto che colpirono la Pianura Padana strapparono la vita a 27 persone e la cambiarono profondamente a oltre 15mila sfollati.
Un evento tragico che continua ad avere eco tutt’oggi e sicuramente per numerosi mesi a venire.
Ma non è mancato chi si è approfittato di questa realtà tentando di rubare o lucrare laddove si presentava l’occasione ghiotta. Una mancanza di scrupoli che ha portato sciacalli a spacciarsi per volontari della protezione civile convincendo persone ad abbandonare le proprie case, oppure li ha portati ad entrare in un caseificio parzialmente distrutto dalle scosse di terremoto a rubare forme di parmigiano appena recuperate.
Sono questi esempi di quello sciacallaggio che purtroppo vediamo diffondersi quasi sempre ad ogni evento calamitoso e in ogni parte del mondo, come se la sofferenza di qualcuno diventasse profitto per altri.
Purtroppo il territorio emiliano colpito dal sisma continua ad essere spettatore di atti di sciacallaggio perpetrati in diverse forme.
Due giorni fa, sulla Gazzetta di Modena, si è appreso di false raccolte di fondi a nome di una fantomatica associazione per sostenere le popolazioni colpite dal sisma.
L’allarme è stato lanciato dalla polizia municipale di Zocca che ha voluto sia mettere in guardia i cittadini sia invitarli a segnalare chiunque tenti di spacciarsi per volontario che raccoglie fondi casa per casa. “Vogliamo ricordare che per la raccolta di fondi in aiuto delle popolazioni colpite dal terremoto del maggio scorso – ha spiegato il corpo di polizia municipale – è importante utilizzare solo i canali istituzionali, come ad esempio i conti correnti bancari, postali, donazioni online, a favore di associazioni che operano attivamente nelle zone colpite dal sisma. È importante non erogare donazioni a soggetti sconosciuti. Si stanno infatti moltiplicando i casi in cui i cittadini restano truffati da sedicenti rappresentanti di associazioni di volontario e no profit“.
Una notizia sempre di due giorni fa, apparsa su diverse testate locali e agenzie di stampa nazionali, è quella che ha visto un uomo e una donna denunciati per il furto di circa una tonnellata e mezzo di forme di parmigiano, per un valore di circa 18mila euro, proveniente dalle zone terremotate dell’Emilia Romagna.
La scomparsa delle forme risale al 14 luglio scorso quando i coordinatori dei gruppi di volontariato della Protezione Civile di Pontelandolfo e Cerreto Sannita (centri del beneventano) presentarono denuncia per la sparizione del ‘Parmigiano della solidarietà’.
Le forme, prenotate dalle associazioni al fine di aiutare le aziende emiliane in difficoltà, erano state regolarmente caricate da un caseificio situato in provincia di Parma su un camion e dovevano essere scaricate nel Sannio per conto di una ditta fantasma di Angri (Salerno), ma strada facendo sono sparite nel nulla e mai giunte a destinazione.
I carabinieri della Stazione di Pontelandolfo hanno denunciato l’autista e la responsabile della ditta fantasma di autotrasporti di Angri che si era incaricata di consegnare la merce – senza oneri – nel Sannio. I reati contestati sono truffa aggravata in concorso e appropriazione indebita.
Ancora più subdolo il guadagno che sembra si stia tentando di ottenere a Mirandola con gli affitti delle case. Stando alla denuncia lanciata dal primo cittadino di Mirandola, Maino Benatti, “molti proprietari di case da affittare stanno speculando sui drammi delle famiglie proponendo affitti aumentati fino a 3 volte i valori di prima del terremoto. Altre persone hanno stracciato contratti di locazione regolari per liberarsi degli inquilini“.
“È necessario un intervento rapido e deciso per fermare le vergognose speculazioni sugli affitti” dice Benatti relativamente al fenomeno emerso negli ultimi tempi nel Comune modenese colpito dal sisma di maggio. “In una situazione drammatica come quella che stiamo vivendo, l’idea di solidarietà tra le persone e il concetto che ognuno debba fare la propria parte – ricorda il sindaco – sono essenziali per trovare soluzioni sostenibili e giuste ai problemi delle famiglie“.
“Credo sia giunto il momento che gli enti ed i soggetti deputati a verificare queste situazioni – conclude Benatti – intervengano al più presto, sanzionando e mettendo fine ad una situazione intollerabile che non esito a definire di sciacallaggio“.
Da ilgiornaledellaprotezionecivile.it