Vedi anche: Terremoto: la tua scuola è a rischio? ecco la mappa.
A settembre otto milioni di studenti riprenderanno le lezioni. Dopo i terremoti che hanno colpito il nostro Paese negli ultimi anni (Emilia, L’Aquila, San Giuliano di Puglia, Umbria, Marche, …) viene da chiedersi quale sia la situazione della messa la sicurezza antisismica nei nostri edifici scolastici.
I risultati dell’ indagine “Ecosistema Scuola” dicono che solo il 10,30% delle scuole italiane è stato costruito secondo criteri antisismici.
Legambiente, che ha condotto lo studio, riporta anche i dati secondo cui la verifica di vulnerabilità sismica è stata eseguita solo nel 24,81% degli istituti, sebbene il 41,5% delle scuole italiane risulti costruito in aree a rischio sismico.
Il 52,5% delle scuole ha il certificato di idoneità statica, mentre il 54,12% ha quello di agibilità. A ben riflettere sono numeri impressionanti: circa la metà delle scuole non ha l’agibilità.
Solo il 53,23% è dotato di scale di sicurezza mentre le prove di evacuazione hanno riguardato la gran parte degli istituti (93,06%). Il numero di settembre 2012 della rivista Wired, riporta un’analisi aggiornata della situazione dell’edilizia scolastica in relazione alla pericolosità sismica delle varie zone d’Italia. Circa il 90% degli edifici scolastici nelle aree a rischio non vengono verificati. La mappa che segue mostra il numero di scuole nelle singole regioni italiane e la relativa pericolosità sismica, con l’indicazione dell’accelerazione del terreno in caso di sisma. L’articolo completo è su Wired di settembre, già in edicola. |
Un discorso a parte merita la questione Emilia. Dopo i terremoti dello scorso maggio è in atto una corsa contro il tempo per poter riaprire quante più scuole possibile entro settembre (leggi l’articolo).
Proseguono infatti le verifiche strutturali con le relative migliorie negli edifici agibili o lievemente danneggiati, parallelamente vanno avanti i lavori di ricostruzione di nuovi edifici scolastici e la messa in posa di “moduli ponte”.
Il Presidente della Provincia di Modena prevede di chiudere i primi cantieri a metà settembre ed il resto entro la metà di ottobre. Il costo complessivo del ripristino supera i 30 milioni di euro.
Invece nessun cantiere, al momento, è partito a Mirandola e Finale Emilia, dove gli istituti superiori di competenza della Provincia hanno riportato lesioni talmente gravi da richiedere l’adozione di soluzioni temporanee.
Meno grave è la situazione in Lombardia e Veneto: 18 scuole su 28 potranno avere di nuovo l’agibilità, mentre 10 saranno collocate in moduli temporanei collocati nei comuni colpiti.
fonti: SkyTg24, Wired, Il Resto del Carlino, Estense.com