SONIA ALFANO: SCORTATA, QUINDI PERICOLOSA

28 agosto 2012 – Dal blog di Sonia Alfano

Come avevo raccontato qualche giorno fa attraverso un post per ilfattoquotidiano.it, c’è chi teme l’antimafia più della mafia. Deve essere il caso di tale Giuseppe Lazzaro, pseudo-giornalista orlandino. Oggi, in homepage sul sito glpress.it, di cui Lazzaro risulta essere il direttore responsabile, infatti, è comparso un articolo a sua firma il cui messaggio è inequivocabile: se a Capo d’Orlando (Me) non bastano i poliziotti, è colpa mia.

Perché?? Perché mio malgrado, e nonostante già diverse settimane fa io ne abbia ufficialmente chiesto la revoca (ma all’autore del furioso pezzo di alto giornalismo deve essere sfuggito…), sono sotto scorta. Non sa, il signor Lazzaro, che gli agenti, quand’anche io uscissi da sola per fare una passeggiata sul lungomare, mi aggancerebbero immediatamente. Perché sono destinati a quel servizio. Certo non per mia scelta, anzi… E’ L’Ucis (Ufficio centrale per la sicurezza personale) a ritenere impossibile la dismissione del servizio, ritenendo evidentemente reale il rischio per la mia vita.

Il fatto che io sia tutelata dagli agenti della Polizia di Stato, perciò, secondo il brillante cronista, lascerebbe scoperto il commissariato e quindi il territorio, mettendo a rischio la comunità. Nel caso specifico citato nell’articolo (la ragazza ferita in un incidente, nda), forse l’amico di Lazzaro avrebbe dovuto chiamare il 118 per i soccorsi. Peraltro, se dal commissariato hanno suggerito di chiamare i Carabinieri, evidentemente il protocollo prevedeva l’intervento dei Carabinieri. Comunque Polizia di Stato e Arma dei Carabinieri si alternano sul territorio. Anche durante la stagione invernale, quando io sono purtroppo lontana da Capo d’Orlando.

Addirittura, sempre secondo Lazzaro, alcuni clienti dei ristoranti e dei locali che abitualmente frequento durante la mia villeggiatura, avrebbero preferito rinunciare alla propria cena o alla propria serata pur di non correre il rischio di trovarsi nello stesso luogo in cui mi trovavo io con gli uomini della Polizia che mi proteggono. Eppure a me non risulta che i commercianti orlandini siano infastiditi dalla mia presenza, anzi, molti sono sinceramente compiaciuti per la mia scelta di trascorrere le vacanze estive nella loro città.

Pertanto mi preme comunicare all’interessato che ho deciso di sporgere immediatamente denuncia-querela per diffamazione e, soprattutto, perché l’aspirante paparazzo in questione, senza autorizzazione alcuna, ha reso di dominio pubblico i miei spostamenti e i luoghi che frequento (anche se non ha saputo mettere in fila gli eventi, dato che la sera del 15 agosto non mi trovavo al “Tropicana” ma a casa mia), sovra-esponendomi e mettendo a rischio, una volta di più, l’incolumità mia e quella dei miei amici e familiari, oltre che, ovviamente, la vita degli agenti che si occupano della mia sicurezza.

Qual è l’obiettivo dello pseudo-giornalista Lazzaro, allora? Partecipare alla caccia alle streghe messa in atto da una folta schiera di pennivendoli? E io, persona onesta e stimata a livello internazionale, dovrei lasciare che si continui a ragionare sulla scia del “così fan tutti”? Non posso.

Qualcuno dovrebbe spiegare a questo soggetto che il mestiere del giornalista è ben altra cosa. E io, che sono figlia di un giornalista ucciso dalla mafia per le sue inchieste scomode su mafia e colletti bianchi, ho il dovere di tutelare la memoria di chi per garantire l’informazione (quella vera!) ai cittadini ha dovuto sacrificare la propria vita. Mi chiedo, a questo punto, come mai Lazzaro non abbia scritto di un boss di Cosa Nostra ospitato, da latitante, a casa di un amico orlandino, invece di lanciarsi in peripezie da riviste scandalistiche di quart’ordine. Se Lazzaro avesse voluto scrivere di me, avrebbe potuto parlare di ciò che ho fatto in Europa oppure di come le mie denunce abbiano mandato dritti in carcere importanti esponenti mafiosi del territorio nel quale vive Giuseppe Lazzaro. Lui, invece, cosa ha fatto contro la criminalità? Ha mai scritto una sola vera riga di denuncia o si limita a scarabocchi di questo tenore, peraltro pieni zeppi di bugie e inesattezze?

Un cittadino intellettualmente onesto, che sia giornalista o meno poco importa, sarebbe orgoglioso di sapere che il Presidente della Commissione Europea Antimafia ha comprato casa nella propria cittadina. Un cittadino onesto protesterebbe per la presenza, su quel territorio, di criminali, mafiosi e malfattori di ogni risma, non per la presenza di un degno rappresentante delle istituzioni quale io ritengo di essere.

Ad ogni modo, l’aspirante Secchiaroli dei poveri, infine, chiede l’ausilio della Questura di Messina. Mi domando a che riguardo. Spera forse che io possa essere espatriata? Mandata al confino? In esilio? Io, intanto, lo querelo. Non mi commuoverà il suo probabile tentativo di riconciliazione. Già, perché a quanto pare, qualche settimana addietro, riferendosi alla campagna elettorale di Rosario Crocetta per la Presidenza della Regione Sicilia, Lazzaro aveva scritto che sul suo sito non c’è spazio per i gay. Una “sparata” che si è rimangiato quando ha saputo che sarebbe stato denunciato. Con me può risparmiarsi le lusinghe. Andrò avanti perché, sebbene non voglia censurare nessuno, non posso permettere che il giornalismo sia svilito in questo modo. Lazzaro questa volta dovrà assumersi la responsabilità di ciò che ha scritto.

Alla fin fine, comunque, lo pseudo-giornalista merita pure un sentito ringraziamento: con la sua figuraccia, ha fatto sì che fosse confermata la mia natura; ha dimostrato ancora una volta che sono una persona comune che frequenta gente comune. Niente yacht, niente lusso. Trascorro le mie serate estive in lidi e ristoranti frequentati da tanti comunissimi cittadini di Capo d’Orlando e zone limitrofe.

Non è finita. Ho presentato denuncia anche nei confronti 98zero.com, che proprio oggi ipotizzava un parcheggio sullo stallo per disabili da parte degli agenti della mia scorta per le vie di Capo d’Orlando. E’ risaputo che la mia tutela è affidata alla Polizia di Stato e che è composta da una sola auto di scorta. Eppure nell’articolo è ben specificato che le auto parcheggiate sulle strisce blu e sullo stallo per disabili erano due e una foto e un video mostrano chiaramente che si tratta di auto dell’Arma dei Carabinieri. Nonostante la lacunosa rettifica, comparsa sul suddetto sito dopo diverse sollecitazioni da parte del mio ufficio stampa, intendo comunque tutelarmi nelle apposite sedi per il danno all’immagine procuratomi da tali illazioni.

A seguito di tutto questo “rumore”, viene da chiedersi: non è curioso che nessuno, in vent’anni, si sia mai lamentato per la scorta di Tano Grasso (che viveva in quella zona anche d’inverno) mentre oggi, in un sol colpo, si registrano ben due attacchi pseudo-giornalistici nei miei confronti? Forse la mia presenza su quel territorio infastidisce qualcuno?