CHE BRUTTA RAZZA GLI AQUILANI!

L’Aquila, 28 agosto 2012 (Di norma non pubblichiamo lettere anonime. Questa è un’eccezione, poiché quanto riportato, in modo alquanto chiaro seppure con termini a volte pesanti, potrebbe rappresentare il pensiero di molti aquilani. O no? Red/6aprile.it).


Che brutta razza gli Aquilani! un popolo che crede di essere discendente di chissà quale stirpe divina o di chissà quale nobile origine.

Si, l’aquilano medio, l’arbiter elegantiarium con competenza in qualsiasi campo e con la facoltà di esprimere il Suo giudizio sprezzante su qualsiasi cosa gli si presenti sotto quel naso accompagnato sempre da un’immancabile puzza altezzosa.

Io mi sento in pieno, mio malgrado, facente parte di questa razza di patetici personaggi che pensano di avere il diritto di bocciare all’istante qualsivoglia iniziativa, pensiero o persona (questo articolo ne è l’esempio) senza avere però la benchè minima abilitazione per poterlo fare (ammesso che ci siano abilitazioni per tali atteggiamenti).

Il nobile abruzzese, superiore rispetto a tutti gli altri abitanti della regione, forse però non ha ancora notato che al di fuori di quelle quattro mura terremotate che lo circondano nessuno se lo c..a di pezza e, anzi, viene anche deriso visto che si fa’ fregio di un passato, di una cultura e di un sangue aristocratico di cui FORSE ha goduto soltanto ai tempi di Federico II e ai tempi del Regno di Napoli (ancora ci vantiamo che all’epoca la nostra città era per importanza la seconda del regno).

Nel resto d’Italia infatti, ma nel resto della regione e provincia soprattutto, il cafone marsicano, il caramellaio sulmontino, il pesciarolo pescarese, lo zappaterra teatino e il vinarolo teramano invece di chiacchierare e criticare macinano chilometri di strada, si spaccano la schiena e ci danno la paga costantemente; ogni giorno sempre di più.

Perchè sta proprio qui il paradosso che contraddistingue l’aquilano! uno direbbe :” vabbè, sarà pure un criticone, uno a cui non stà bene nulla, però almeno questo atteggiamento paga!” E come se paga… a distanza di quasi 4 anni da un forte terremoto può vantare una città quasi del tutto uguale alla mattina del 7 aprile 2009 (un vero record di immobilismo!).

Può vantare un piano urbanistico da arresto caratterizzato da abusivismi vari, cementificazioni selvagge e senza alcun criterio logico, viabilità da steppa siberiana, e infrastrutture da terzo mondo.

Come dimenticare poi il seppellito tessuto industriale ed economico? oltre ad essere un territorio poco appetibile anche per i peggiori imprenditori, quei pochi pazzi disposti o costretti (per ragioni politiche) ad investire in città sono ostacolati dalla burocrazia incompetente e dai soliti latifondisti sempre sull’attenti a preservare al meglio i propri interessi.

I soliti noti, come non citarli? Furbacchioni e spesso delinquenti hanno in mano il 99% delle attività, ricchezze e proprietà aquilane. Tutti li conoscono, tutti ne parlano male (alle spalle naturalmente, non sia mai che qualcuno cacci fuori le palle ogni tanto) ma nessuno fa’ nulla, nessuno li boicotta e soprattutto, nessuno li sfida (anche perché se anche li sfidasse, gli stessi detrattori meschini dei soliti noti o preferirebbero non schierarsi (ingnavia docet) oppure appoggerebbero quest’ultimi (perchè si sà, fa’ sempre comodo un po’ di sana riconoscenza da parte di chi ha in mano del potere!).

In ultimo, ma non per questo meno importante, vi è la classe politica aquilana! il fiore all’occhiello della città! una banda di fancazzisti quando si tratta di fare qualcosa per l’interesse comune, una manica di professionisti d’elite quando si parla di c…i propri.

In città però vi è una netta controtendenza rispetto alle logiche che contraddistinguono i politici al di fuori delle mura. Qui in città infatti non esistono colori politici, non esistono ideologie, non esistono neanche movimenti “tipo Lega Nord” che tutelano solo gli interessi di una determinata fazione, no! Qui è tutto un unicum! Qui ognuno pensa al proprio orticello e guai a chi gli mette i bastoni fra le ruote! Giunta comunale e consiglio tutti pieni di tirapiedi e staffisti che contano di più di un ministro e politicanti in erba che sono prodotti D.O.C. della “cantera” aquilana.

Detto ciò una piccola riflessione sull’attuale Perdonanza Celestiniana in corso. Concordando con l’epiteto attribuitogli da un “volto noto” cittadino che la definisce una “sagra della porchetta”(forse anche difettando in eccesso) vorrei far notare come un evento di rilevanza planetaria e sui cui qualsiasi amministrazione punterebbe tutti i suoi sforzi per utilizzarla a mo’ di volano, sia sminuito e ridotto a due semplici fuochi d’artificio, una processione ogni anno sempre uguale, qualche conferenzuccia per dargli quel tocco intellettuale e due concerti che, anche quando validi in termini musicali, fanno piangere sul piano organizzativo.

Al concerto dei Subsonica infatti è stata data carta bianca dagli organizzatori e dalla Polizia Municipale (bejji issi!) a un manipolo di napoletani che, aggirandosi per il parco con dei carrelli di ferro con sopra catini pieni di ghiaccio e bevande (che vendevano a prezzi esorbitanti e in nero naturalmente es. birra 0.3 a 5euro), buttavano senza alcuna remora tutta la spazzatura che la loro attività di vendita comportava (packaging di plastica e cartone, bottiglie di vetro e lattine, tappi di bottiglia ecc…) e senza che nessuno si sognasse di dirgli nulla o che “la sicurezza” intervenisse! Pensare che fino ad una settimana fa’ era vietato ai bimbi e ai ragazzi aquilani (senza più un parco urbano) di giocare sul prato per non rovinare il nuovo manto erboso, pena 500 euro di multa.

Di inglese il prato di Collemaggio stamane avrà avuto soltanto la quantità da Pub di bottiglie di birra gettate su di esso.

Viva L’Aquila, viva gli Aquilani…