TERREMOTO: CALABRIA E BASILICATA, QUASI DUE ANNI DI SCIAME SISMICO

24 agosto 2012 – Nell’area del Pollino, tra la Calabria e la Basilicata, prosegue l’attività sismica legata ad una sequenza, che dura ormai da tempo, del tipo “sciame”, caratterizzata cioè da scosse di energia paragonabile tra loro, distribuite in maniera casuale nel tempo.

Sulla base dei dati forniti dall’Ingv-Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e dall’Ufficio Rischio sismico e vulcanico del Dipartimento della Protezione Civile, pubblichiamo alcuni approfondimenti su questi fenomeni che stanno interessando la zona di confine tra le province di Cosenza e Potenza. Con l’occasione riproponiamo il test sulla prevenzione del rischio sismico e ricordiamo ai nostri lettori alcune regole di comportamento.

La sequenza sismica, iniziata nel settembre del 2010, è caratterizzata da eventi di bassa magnitudo, generalmente inferiore a 3.0, con profondità comprese tra 3 e 10 km, concentrati in una ristretta fascia di territorio ad andamento Nord Nord-est – Sud sud-ovest.

Si riconoscono tre intervalli temporali principali a maggiore concentrazione di eventi: il primo tra settembre e novembre del 2010, con 5 terremoti al giorno in media; il secondo intervallo tra ottobre 2011 e gennaio 2012, con un numero di eventi leggermente superiore al primo periodo; il terzo intervallo è quello tuttora in corso caratterizzato da una ripresa dell’attività sismica a partire dal mese di maggio 2012, con una media di 3-5 eventi al giorno. Tra questi tre intervalli, la sismicità è stata comunque abbastanza continua, ma con un numero medio di eventi sensibilmente inferiore.

Dal 1° ottobre 2011 al 20 agosto 2012, la Rete sismica nazionale dell’Ingv ha registrato complessivamente oltre 1700 scosse nell’area del Pollino, la più forte delle quali ha raggiunto magnitudo pari a 4.3 (il 28 maggio 2012, alle ore 03:06). Altri sei terremoti hanno avuto una magnitudo maggiore di 3.0: quello del 23 novembre 2011 (Ml pari a 3.6), quello del 1° dicembre (Ml pari a 3.3), quello del 2 dicembre (Ml pari a 3.2), quello del 24 dicembre (Ml pari a 3.3), quello del 28 maggio 2012 (ore 03:32, Ml pari a 3.2) e quello del 19 agosto (Ml pari a 3.7).

La scossa del 19 agosto, alle ore 19:45, è stata avvertita in particolare a Mormanno, Laino Castello, Laino Borgo e Rotonda, ma la sequenza interessa diversi comuni, tra i quali Aieta, Morano Calabro, Orsomarso, Papasidero, San Basile, Verbicaro, in Calabria, e Castelluccio superiore, Castelluccio inferiore, Viggianello, Episcopia e Latronico, in Basilicata.
Il Centro Nazionale Terremoti dell’Ingv, in collaborazione con il Dipartimento di Fisica dell’Università della Calabria, di recente ha potenziato il sistema di monitoraggio dell’area installando nuove stazioni, che trasmettono il dato in tempo reale alla sala di monitoraggio di Roma, per migliorare la definizione dei parametri degli ipocentri degli eventi.

Sulla base della mappa di pericolosità sismica del nostro Paese realizzata dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, l’area del Pollino presenta una elevata pericolosità sismica. I Comuni interessati dalle sequenze in corso sono classificati in zona sismica 2. Si tratta di territori in cui devono essere applicate specifiche norme per le costruzioni.

La mappa di pericolosità e la classificazione sismica indicano quali sono le aree del nostro Paese interessate da un’elevata sismicità, e quindi dove è più probabile che si verifichi un terremoto di forte intensità, ma non possono stabilirne il momento esatto né il luogo. Lo studio delle sequenze sismiche, come quelle in atto nell’Appennino calabro-lucano, non consente di fare ipotesi sulla possibilità che si verifichi o meno una scossa molto più forte, che possa produrre seri danni e crolli.


Ad oggi, infatti, non ci sono metodi riconosciuti dalla scienza per prevedere il tempo ed il luogo esatti in cui avverrà un terremoto. La mappa di pericolosità sismica è tuttora lo strumento più efficace che la comunità scientifica mette a disposizione per le politiche di prevenzione. La prevenzione, che si realizza principalmente attraverso la riduzione della vulnerabilità sismica delle costruzioni, ovvero il rafforzamento delle costruzioni meno resistenti al sisma, resta la migliore difesa dai terremoti e l’unico modo per ridurne le o conseguenze immediate.

In Italia la rete sismica nazionale registra più di 10.000 terremoti ogni anno, mediamente trenta al giorno, che non è possibile prevedere. Per questo è importante essere consapevoli del livello di pericolo del territorio e informarsi su come sono costruitigli edifici in cui viviamo, studiamo e lavoriamo, e sulla loro conseguente vulnerabilità sismica.

Fonte: Dipartimento di Protezione Civile

Mappa pericolosità sismica Ingv – Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia