L’Aquila, 16 agosto 2012 – Al rientro dalle vacanze tutti si ritroveranno con l’indennità aumentata, dal sindaco all’ultimo dei consiglieri. Emolumenti che rimangono inferiori a quelli percepiti in altre città ma che in tempi di spending review e tagli ai costi della politica stridono con il clima di austerity e rigore che si respira nel Paese.
L’indennità del sindaco Cialente passa dai vecchi euro 3.970,57 al mese ai 4.411,74 mensili, il vice sindaco percepirà 3.308.81 contro i euro 2.977,93 percepiti fino a qualche settimana fa, un assessore 2.646,77 mentre l’indennità precedente era di 2.382,09, il presidente del Consiglio comunale 2.298,02 anziché 2.068,22 come accadeva in passato mentre ai consiglieri comunali per ogni seduta dell’assise civica o di commissione spetteranno 80,10 euro al posto dei 72,09 percepiti fino all’altro ieri.
Tutte le indennità, è bene sottolinearlo, sono da considerarsi al lordo delle tasse. L’aumento dei compensi, inoltre, è stato effettuato, come riportato sul sito internet del Comune, tenendo conto «di quanto disposto dal decreto legge numero 78/2010, convertito nella legge 122/2010, che ha ridotto del 10 per cento i compensi medesimi, e della circostanza che precedenti diminuzioni sono state superate, come sancito dalla sezione Autonomie della Corte dei conti nel 2010 – è scritto sul sito del Comune – Gli amministratori del Comune dell’Aquila, inoltre, hanno un’ulteriore decurtazione del 5 per cento sulle indennità che percepiscono, rispetto a quelle che percepiscono gli amministratori di città simili al capoluogo d’Abruzzo.
Il sindaco Massimo Cialente ha infatti espressamente voluto mantenere la riduzione del 5 per cento sui compensi, attuata con la delibera di Giunta numero 119 del 4 marzo 2003». Va chiarito, inoltre, che l’indennità del vice sindaco è pari al 75 per cento di quella del sindaco, mentre quella degli assessori è quantificata nel 65 per cento di quella del primo cittadino. Il presidente del Consiglio comunale percepisce una somma mensile che si desume dal decreto ministeriale numero 119 del 2000, vale a dire il 60 per cento dell’indennità spettante alla classe demografica del Comune di appartenenza.
Articolo da ilTempo.it del 15 agosto 2012 (Giorgio Alessandri)