TERREMOTO: SCOSSA MAGNITUDO 4.5 NELLA NOTTE, PAURA IN FRIULI E VENETO

9 giugno 2012 – Un terremoto di magnitudo (Ml) 4.5 è avvenuto alle ore 04:04:56 italiane ed è stato localizzato dalla Rete Sismica Nazionale dell’INGV nel distretto sismico “Prealpi Venete”, a una profondità di 7.1 km.

Comuni entro i 10km: CHIES D’ALPAGO (BL), PIEVE D’ALPAGO (BL), TAMBRE (BL), CIMOLAIS (PN), CLAUT (PN), ERTO E CASSO (PN).

Comuni tra 10 e 20km: CASTELLAVAZZO (BL), FARRA D’ALPAGO (BL), LONGARONE (BL), OSPITALE DI CADORE (BL), PONTE NELLE ALPI (BL), PUOS D’ALPAGO (BL), SOVERZENE (BL), ANDREIS (PN), BARCIS (PN), BUDOIA (PN), POLCENIGO (PN).

La durata del terremoto è stata breve ma chiaramente avvertita in molte aree del Nord-Est. Molta gente in strada e numerose le chiamate ai vigili del fuoco in provincia di Pordenone. La Protezione Civile fa sapere che non si ha notizia di danni né feriti. Il sisma è stato preceduto da 4 scosse di forza magnitudo 2 nella pianura padana emiliana.

Per il sismologo dell’Ingv Francesco Mele, non c’è alcuna correlazione tra la scossa di questa mattina sulle prealpi venete, tra Friuli e Veneto, e la serie di terremoti che per giorni ha messo in ginocchio l’Emilia. “Non possono essere messe in relazione – ha detto Mele a SkyTg24 – le scosse concentrate sulle province di Ferrara e Modena, di cui ha parlato la Commissione grandi rischi, e quella di oggi”.

La scossa, di magnitudo 4.5, ha avuto “una bassa profondità, circa 7 chilometri, e ha colpito un’area dove abbiamo avuto in passato grandi terremoti: si ricorda un sisma del decimo grado nel 1873 nel bellunese, e un altro nel 1890 nel Cadore. E’ un’area soggetta a terremoti, quello di oggi non ci sorprende”, ha concluso l’esperto.


Nell’immagine precedente: Mappa di pericolosità sismica del territorio nazionale (GdL MPS, 2004; rif. Ordinanza PCM del 28 aprile 2005, n. 3519, All. 1b) espressa in termini di accelerazione massima del suolo con probabilità di eccedenza del 10% in 50 anni, riferita a suoli rigidi (Vs30>800 m/s; cat. A, punto 3.2.1 del D.M. 14.09.2005).

Nell’immagine precedente: Zone sismiche del territorio italiano (2003) – Le zone riportate sono quelle allegate all’Ordinanza PCM 3275 del 20/03/2003. Le variazioni introdotte dalle Regioni sulla base della suddetta Ordinanza e di quanto previsto dall’OPCM 3519/2006, devono essere verificate presso i rispettivi Uffici Regionali.
La zona 1 (in rosso) prevede il massimo livello di protezione, la zona 4 il minimo.