INTERVISTA AD AFTERHOURS E TEATRO DEGLI ORRORI SUL CONCERTO A L’AQUILA DI SABATO 19

(da Rolling Stone) Come forse già sapete, sabato (19 maggio, ore 21) ci sarà a L’Aquila un grande, importantissimo concerto. Gli Afterhours e il Teatro degli Orrori si esibiranno gratuitamente per l’Amministrazione locale in Piazza Duomo, nel cuore della zona rossa. Un luogo simbolo dove la musica riporterà vita e donerà un po’ di aria fresca, almeno per una sera. L’iniziativa è davvero degna di merito. Un applauso, da parte nostra, va agli organizzatori, ai musicisti, al Comune de L’Aquila e tutti quelli che si sono mossi per mettere in piedi il concerto. Abbiamo intervistato, a questo proposito, Pierpaolo Capovilla del Teatro e Rodrigo D’Erasmo degli Afterhours. Ecco quello che ci hanno detto.

Leggiamo che l’operazione del singolo Domani aveva permesso di raccogliere con le vendite oltre 1 milione di euro per la ricostruzione, ma che inspiegabilmente questa somma giace ancora in un cassetto inutilizzato. Che cosa è successo?

Rodrigo D’Erasmo “È successo che dopo la partecipazione di Manuel (a nome di tutti noi della band) al progetto di Mauro Pagani, siamo venuti a conoscenza del fatto che questi fondi, circa un milione e duecentomila euro, non erano mai stati destinati e giacevano in un conto. Non è una cosa che, almeno in Italia, succede di rado. Il problema è che quando rimangono così a lungo fermi su un conto c’è il rischio che il tutto ‘cada in prescrizione’, per usare un termine giuridico, e i fondi tornino a… non si sa bene chi. Ci siamo quindi mossi per dare voce al problema e, notizia di un paio di giorni fa, pare che i fondi siano stati sbloccati. È già una piccola vittoria”.

Qual è la situazione de L’Aquila attualmente? E che cosa può fare il mondo della musica (e in generale quello della cultura) per dare una mano? 

Pierpaolo Capovilla “La mancata ricostruzione della città de L’Aquila è uno scandalo per il Paese intero. Fra tutte le inadeguatezze dei governi Berlusconi, questa è certo la più paradigmatica, ed anche quella che offende di più. È il simbolo osceno della cialtroneria del gruppo dirigente che ha governato il paese fino a ieri, e della sua disonestà. Non solo: anche della sua attitudine fascistoide: ce lo ricordiamo bene il comportamento della protezione civile, che militarizzò le aree di ricovero dei terremotati, l’arroganza dell’impresentabile Bertolaso, gli affari sporchi dei faccendieri della new town. Questo scandalo è forse il punto moralmente più basso toccato dalla classe dirigente italiana dacché questo Paese è una Repubblica”. Cosa possiamo fare? Denunciare ancora una volta l’intollerabile stato di cose in cui versa L’Aquila, e pretendere a gran voce che finalmente incomincino i lavori di ricostruzione della città…

Rodrigo “Si può fare molto. Il nostro intento, con questo concerto, è di far riaccendere i riflettori su L’Aquila. Ma anche di portare una serata di rock‘n’roll, di musica, un motivo di gioia all’interno di una città che di gioia negli ultimi anni ne ha vista davvero poca. Il ruolo politico poi è enorme. L’evento ha di per sé un’importanza divulgativa e di incremento della partecipazione. Quando le cose non vanno, insomma… bisogna far casino. Gli artisti possono fare da megafono: dovunque vadano possono dare voce a tante persone che vivono un disagio. So che la situazione all’Aquila non è molto migliorata negli ultimi tempi. Andremo lì il giorno prima del concerto e già immagino che sarà dura vedere lo stato delle cose…

Che cosa vi aspettate da questa iniziativa del 19 maggio, quali sono gli obbiettivi più concreti che è possibile raggiungere?

Pierpaolo “Il primissimo obiettivo sarà quello di riprenderci il centro storico della città, affinché tutti possano constatare, ancora una volta e a distanza di tre anni, che niente di niente è stato fatto fino a oggi. Il concerto del 19 maggio sarà un messaggio per gli aquilani e per tutti noi, di solidarietà e di presenza della società civile: mi auguro si incominci ad alzare la voce, a esigere che lo stato e il governo facciano il loro dovere, cioè dare inizio ai lavori di ricostruzione, senza indugi”.
Rodrigo “Nello specifico, vorremmo regalare una serata di leggerezza. Un concerto rock in un luogo in cui non ci si incontra più neanche per bere una birra tra amici. Fare qualcosa che sia forte, che porti un po’ di gioia. Questa è la nostra speranza”.

(di Niccolò de Mojana, da Rolling Stone)