I presunti illeciti nella fase di ricostruzione dell’Aquila toccano anche la Fintecna, una delle strutture di supporto ai cittadini nell’iter di ristrutturazione degli immobili danneggiati dal sisma. Secondo le indagini della procura della Repubblica dell’Aquila, scrive oggi “Il Messaggero”, un dirigente della Fintecna, Giovanni Masini, insieme ad altri, avrebbe fatto in modo di agevolare l’ottenimento a un nucleo familiare della somma di 170 mila euro per i danni subiti dal terremoto nella loro palazzina, classificata “B”.
Le indagini della Guardia di finanza avrebbero accertato che l’immobile non era affatto danneggiato bensì si trovava in fase di costruzione per cui andava applicata una ordinanza del Consiglio dei Ministri ad hoc, che al contrario prevedeva uno stanziamento nel caso specifico di una somma che non andava oltre i 20 mila euro. Denaro, sempre stando alle indagini, che sarebbe stato ugualmente erogato ai proprietari della casa. Il conto totale è lievitato così a 190 mila euro.
Masini è accusato di aver partecipato all’attività delittuosa come «intermediario» accettando l’istruttoria in corso nonostante i termini della stessa fossero scaduti. Nel provvedimento di chiusura delle indagini preliminari figura Massimo Miconi, geometra comunale, rappresentante del servizio edilizia privata-ufficio procedimento ammissione al contributo; i progettisti e architetti della società Acale di Ancona che in città ha svolto numerosi lavori nell’ambito sempre della ricostruzione e ristrutturazione post terremoto. Si tratta dei tecnici Livio Gambacorta, Roberto Stella e Alessandro Confalone.
Infine tra gli indagati compaiono i proprietari dell’immobile che si trova a Sant’Elia: Sante Bologna e Patrizia Sebasti. Gli indagati sono assistiti dall’avvocato Ernesto Venta.