L’Aquila, 25 apr 2012 – (articolo da ilCapoluogo.com, “Intercompel minaccia di non pagare la Cig. Saltato accordo con sindacati”)
I dipendenti dell’Intercompel si preparano ad uno sciopero di otto ore e a un presidio davanti all’azienda venerdì prossimo per protestare contro le ultime decisioni dei vertici dell’azienda. I risvolti dell’incontro di questa mattina in Provincia tra i sindacati e i dirigenti sono tutt’altro che positivi.
Le forze sindacali erano pronte a firmare un accordo che prevedeva la cassa integrazione straordinaria per liquidazione per 24 mesi, a condizione che l’Itercompel acconsentisse a mettere sul tavolo un incentivo. L’azienda, infatti, non è più disposta a ricollocare il 30% di quelli che oggi chiameremmo “esodati” presso la P&A.
Il 30 aprile terminerà la cassa integrazione ordinaria e sembrerebbe che i vertici aziendali non siano interessati a rinnovare il secondo anno di Cig straordinaria. «Si stanno avverando tutte le nostre previsioni», ha detto Clara Ciuca della Uilm. La Ciuca dice sconsolata che l’azienda ormai non ha più alcun interesse a rimanere a L’Aquila e sta facendo di tutto per non investire più sul territorio.
Da quanto si apprende da fonti sindacali l’Intercompel non sarebbe disposta neanche ad anticipare i fondi da destinare al pagamento della cassa integrazione, che passerebbe, così, nella mani dell’Inps. Questo aggraverebbe non poco la situazione economica già nera dei dipendenti perché la procedura di pagamento si dilaterebbe notevolmente nel tempo. Se questa ipotesi si verificasse, sarebbe necessario stipulare un accordo a Roma con il Ministero del Lavoro; in seguito il mandato di pagamento, solo se verranno sbloccati dei fondi, passerebbe nelle mani dell’Inps. Solo dopo queste due fasi e dopo alcuni mesi senza vedere una lira, anzi un euro, i lavoratori vedranno qualcosa. Gli stipendi verranno pagati solo ogni tre mesi, se tutto va bene.
L’azienda afferma di non avere più soldi in cassa. E lo confermerebbero i dati presentati al tavolo di Confindustria la settima scorsa: rispetto al primo trimestre del 2012, confrontando i dati dell’anno precedente, c’è una perdita, per i due stabilimenti, di circa un milione di euro.
Se l’azienda, malauguratamente, non dovesse accettare più alcuna proposta da parte dei sindacati i redditi dei 100 lavoratori di Intercompel e P&A non verranno più in alcun modo tutelati. Non dimentichiamoci che tutto ciò è già successo nel nostro territorio. È uno spettacolo già vissuto dai lavoratori ex-Finmek, i quali hanno subito questo balletto per anni, e non solo per pochi mesi. Ora si ritrovano con un pugno di mosche in mano.
La Compel controlla nel territorio aquilano quattro aziende in crisi: Cn-System, Intercompel (fino allo scorso agosto), Technolabs, con 160 addetti, e P&A Service, con 40 dipendenti. Per un totale di circa 300 lavoratori che già stentano ad arrivare a fine mese. Questo sarà il destino questi lavoratori? Evidentemente questo sarà il destino di una città che sta morendo, lentamente e inesorabilmente nella quale le forze politiche non fanno nulla per difendere i diritti dei cittadini, già troppo beffati dal destino.