L’Aquila, 17 aprile 2012 – All’esito di mirate indagini, i poliziotti della Squadra Mobile della Questura di L’Aquila, nei giorni scorsi, hanno denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di L’Aquila sei incensurati, di cui 4 appartenenti al medesimo nucleo familiare più un architetto ed il titolare di una ditta edile, poichè responsabili in concorso di truffa aggravata in danno dello Stato.
Le indagini – coordinate dalla locale Procura della Repubblica- hanno permesso ai poliziotti della Sezione Antirapina di definire il meccanismo illecito attraverso il quale i sei indagati, a diverso titolo, hanno nel 2011 beneficiato dei contributi economici previsti per lavori di risanamento post sisma di alcune abitazioni, in misura pari a quanto previsto in sede di valutazione computo metrica.
Le indagini della Questura, tuttavia, hanno evidenziato come pur in presenza di una formale comunicazione di fine lavori prodotta dal titolare dell’azienda edile a lui necessaria per la liquidazione , fosse stato impiegato solo una parte del denaro percepito attraverso il contributo statale, mentre la restante parte di denaro – tuttavia riportata in fattura a fronte di pagamento – sarebbe stata utilizzata impropriamente per lavorazioni non relative ai danni causati dal sisma bensi’ per migliorie richieste dal committente.
Al termine degli approfondimenti sono state denunciate sei persone per truffa aggravata in danno dello Stato. Nel dettaglio, è emerso che l’architetto in concorso con i vari committenti – tutti imparentati fra loro – ha posto in essere condotte tese a percepire illegalmente somme di denaro derivanti dai contributi statali per la ristrutturazione di case danneggiate dal sisma mediante la falsificazione di documenti vari. Analoghe responsabilità penali per il reato di truffa aggravata sono emerse anche a carico del costruttore edile il quale pur consapevole di non aver ultimato i lavori previsti dal calcolo computo metrico presentava in pagamento fatture ad importo pieno.
L’Intero fascicolo è stato inviato alla locale Procura della Repubblica che attraverso eventuali ulteriori accertamenti si determinerà in ordine alle condotte di rilievo penale evidenziatesi.