LA PROTESTA: NEGATO TRASFERIMENTO PER ASSISTERE FIGLIA DISABILE

L’Aquila, 16 aprile 2012 – “Svolgere un lavoro difficile e rischioso, dedicare la propria esistenza al servizio degli altri e delle Istituzioni, avere proprio per questo una vita alquanto complicata e costringere i propri familiari ad enormi sacrifici… ed in cambio avere un trattamento penalizzante rispetto a tutti gli Appartenenti alle altre Amministrazioni. Incredibile ma vero. Accade in Italia, nel modernissimo ventunesimo secolo, quando ancora gli Appartenenti al Comparto Sicurezza devono subire intollerabili discriminazioni, contro le quali dobbiamo far sentire forte la nostra voce”.

Così Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, chiama tutti a raccolta per una massiccia partecipazione alla manifestazione indetta per domani 17 aprile, dalle ore 10.00, in Piazza Capo di ferro (Piazza Farnese) davanti al Consiglio di Stato ed organizzata dall’Avvocato Giorgio Carta e da GrNET.it (il portale di informazione indipendente su Sicurezza, Difesa e Giustizia), per denunciare all’opinione pubblica come il citato Alto Consesso discrimina militari, poliziotti e parenti disabili.

“Troppe le pronunce del Consiglio di Stato che, di fatto, ci affibbiano l’etichetta di cittadini di serie ‘B’. E certamente tra tutte la ‘perla più preziosa’ è rappresentata dalla sentenza n. 02707 del 2011 con la quale il Consesso ha negato il diritto di un Appartenente alle Forze dell’Ordine ad essere trasferito, ex art. 33, comma 5°, legge 5 febbraio 1992 n. 104, per assistere la figlia disabile.

E la cosa che si potrebbe definire più ridicola, se non fosse assolutamente tragica, è che nel provvedimento si fa esplicito riferimento agli ‘obblighi e limitazioni personali, previsti da leggi e regolamenti, per le funzioni di tutela delle istituzioni democratiche e di difesa dell’ordine e della sicurezza interna ed esterna’, nonché ai ‘peculiari requisiti di efficienza operativa richiesti ed i correlati impieghi in attività usuranti’.

E’ una presa in giro triste quanto crudele e vorremmo tanto sapere cosa proverebbe un giudice del Consiglio di Stato se avesse una figlia disabile e gli dicessero che non ha diritto ad essere messo in condizione di prendersene cura a causa del suo ufficio…”.

“Gestire la nostra vita privata – conclude Maccari -, oltre tutto con i pochi spiccioli che ci entrano in tasca, è già talmente difficile, e quanto pretendiamo dai nostri familiari è già talmente abnorme, che non esitiamo a definire vergognoso il mancato riconoscimento ai colleghi ed a tutti gli Operatori del Comparto di maggiori agevolazioni rispetto a tutti gli altri lavoratori, figuriamoci come possiamo definire questo trattamento irrispettoso, disumano e penalizzante, che fa del nostro Stato un odioso patrigno, più che il punto di riferimento a cui votiamo fedelmente la nostra vita”.

Ufficio Stampa Coisp L’Aquila