aggiornamento ore 15:40, rientrato l’allarme tsunami
11 Aprile 2012 – Allerta tsunami in Indonesia, India, Sri Lanka e Thailandia dopo un potente terremoto che ha colpito la zona di Aceh, al largo della costa occidentale dell’Isola di Sumatra in Indonesia, la stessa interessata dal devastante tsunami del 2004.
Il sisma è stato di magnitudo 8,9 della scala Richter. Secondo il Us Geological Survey l’epicentro del terremoto è stato a quasi 500 chilometri a sud-ovest di Banda Aceh, capitale della provincia. Il sisma è stato avvertito fino a Singapore, Thailandia e India.
Nella provincia di Aceh la gente nel panico ha subito iniziato a lasciare le proprie abitazioni, cercando rifugio nelle zone rialzate. Le autorità indonesiane cercano di rassicurare la popolazione: “al momento non ci sono notizie di vittime e non c’è allerta tsunami”, ha detto il presidente indonesiano Susilo Bambang Yudhoyono all’emittente indiana Ndtv.
Le autorità thailandesi, intanto, hanno evacuato diverse zone costiere: “Spostatevi in alto e restate il più possibile lontani dal mare”, è l’appello del Centro nazionale per la gestione delle catastrofi. Data la forza del sisma, le autorità di Bangkok temono che uno tsunami possa raggiungere il Paese. L’aeroporto dell’isola di Phuket è stato chiuso, la popolare spiaggia di Patong beach è stata evacuata e ai turisti è stato chiesto di spostarsi in località elevate. Evacuate anche le coste malesi.
L’India ha lanciato un allerta tsunami per le isole Andamane, Nicobar, esteso poi agli stati del Tamil Nadu, Andhra Pradesh, Orissa (nell’est) – dove si trova Paolo Bosusco, ostaggio dei maoisti – e Kerala – dove sono detenuti i due marò italiani – dopo il forte sisma. La gente spaventata si è radunata nelle strade. Momenti di panico si sono avuti in particolare a Kolkata e Chennai, mentre la scossa è stata avvertita chiaramente anche a Bangalore, Bhubaneswar e Mumbai.
E il ricordo è andato immediatamente alla tragedia di otto anni fa, che provocò la morte di 230mila persone in 13 Paesi dell’Oceano Indiano. L’area di mare interessata dall’allerta tsunami è la stessa dove il 26 dicembre 2004 si formò la gigantesca onda anomala, scatenata da un sisma di 9,3 gradi sulla scala Richter, che seminò morte e distruzione dall’Indonesia fino alle coste dell’Africa orientale. Solo in Thailandia furono 5mila i morti, metà dei quali turisti nelle province di Krabi, Phuket e Phangnga.
Col passare del tempo si cerca di valutare la portata del rischio. Secondo una prima analisi dell’Istituto geosismico americano, l’ipotesi di uno tsunami è improbabile visto che il terremoto che ha colpito oggi la zona di Aceh ha avuto “un movimento orizzontale e non verticale”, ha detto un portavoce alla Bbc. E la faglia, rende noto l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), è diversa rispetto a quella che causò il terremoto del 2004 e si trova a 50-100 chilometri più a est, in mare aperto.
Articolo da Repubblica.it