MUSEO NAZIONALE D’ABRUZZO: RISCHIO DELOCALIZZAZIONE OPERE A SULMONA

L’Aquila, 4 aprile 2012 – Francesca Aloisio, presidente del Circolo Legambiente L’Aquila, ha scritto una lettera alla sovrintendente Lucia Arbace sull’ipotesi di delocalizzare una parte consistente delle opere appartenenti al Museo Nazionale d’Abruzzo nella Badia Morronese di Sulmona.

Sia le opere in buono stato di conservazione sia quelle danneggiate dal sisma, infatti, sono ospitate nel Musè Paludi di Celano, per volere ministeriale, già dal 4 maggio 2009, grazie al lavoro di funzionari MiBAC, di operatori specializzati nel settore, dei dipendenti del museo e degli stessi volontari di Legambiente. Il Museo, col tempo è stato inoltre potenziato con apparecchiature in grado di mantenere, nei locali in cui sono le opere, il più idoneo microclima secondo criteri ben definiti.

Sono stati inoltre individuati nell’ex Mattatoio dei locali adatti a ospitare una parte delle opere, in attesa del restauro e del ripristino del Forte Spagnolo; eppure, nonostante sia stato già stanziato il finanziamento per l’adeguamento dei locali, questi non sono ancora utilizzabili.

La lettera inviata da Francesca Aloisio a Lucia Arbace

Gentile Sovrintendente Dott.ssa Lucia Arbace,
come Lei sa di certo, il Circolo Legambiente Beni Culturali si è sempre adoperato fin da subito dopo il sisma del 6 aprile 2009 perché temi come quelli della salvaguardia, tutela e valorizzazione del patrimonio storico, artistico, monumentale ed architettonico di tutto il cratere non rimanessero solo belle parole. Non possiamo quindi non sottoporLe delle domande, viste le recenti notizie riportate dalla stampa locale riguardo una presunta Sua volontà di delocalizzare una parte consistente delle opere appartenenti al Museo Nazionale d’Abruzzo in altre sedi lontane dal Capoluogo.

Ormai molti sanno che le opere, in buono stato di conservazione e quelle danneggiate dal sisma, sono attualmente ospitate nel Musè Paludi di Celano per volere ministeriale già dal 4 maggio 2009, grazie al lavoro di funzionari MiBAC, di operatori specializzati nel settore, dei dipendenti del museo e degli stessi volontari di Legambiente. Inoltre il Museo col tempo è stato potenziato con apparecchiature in grado di mantenere nei locali in cui sono le opere il più idoneo microclima secondo criteri ben definiti. Non capiamo quindi, quali sono le ragioni che La spingono a spostare le opere alla Badia Morronese di Sulmona.

Da tempo siamo, come cittadini, in attesa dell’adeguamento dei locali da Voi individuati nell’Ex Mattatoio, nella zona monumentale delle 99 cannelle, ad accogliere una parte delle opere aspettando il restauro e ripristino del Forte Spagnolo. Sembra che ad oggi i locali non sono ancora utilizzabili anche se il finanziamento è già stato stanziato a questo scopo, come mai? Se questo risponde al vero, perché non cercare un luogo alternativo in questa città?

Si parla della città di L’Aquila come capitale della Cultura, come sito Unesco, come luogo di cultura e arte, ma la delocalizzazione delle opere equivarrebbe a candidare una città che sarebbe come una scatola vuota, privata della suo contenuto culturale ed artistico, imprescindibile dalla città stessa. Il recupero e il restauro di un patrimonio culturale eterogeneo ed esteso come il nostro deve esser considerato una priorità nella ricostruzione non solo del costruito ma anche un’opportunità di salvaguardare la cultura e l’arte, che erano il nostro vanto e che si rischia di perdere o dimenticare. L’unico modo perché questo sia possibile è dare fruibilità alle opere perché possano esser fonte di ispirazione per il nuovo e di studio per chi un domani si occuperà di tutelarle, per trasmettere al futuro il passato evitando l’allontanamento delle opere dall’Aquila già privata di molto.

Il presidente del
Circolo Legambiente L’Aquila
Francesca Aloisio