LA DENUNCIA: CENTRO STUDI, UN PROGETTO FERMO DA 2 ANNI AL COMUNE DELL’AQUILA

L’Aquila 3 aprile 2012 – Riceviamo e pubblichiamo.

Centro Studi da mettere a disposizione degli studenti, progetto molto costoso, fermo da due anni al Comune de L’Aquila. Le proteste della San Vincenzo de Paoli.

Sono passati ben due anni da quel lontano marzo 2010, quando la San Vincenzo si era messa a disposizione per offrire il proprio contributo alla ricostruzione della città de L’Aquila, devastata dal terremoto, ma ancora niente si è mosso da parte del comune abruzzese: delibere e permessi di costruire sono da tempo fermi, ogni decisione viene rimandata di mese in mese, e la nostra pazienza si è quasi completamente esaurita.

Ci siamo offerti di accollarci un progetto da quasi due milioni di euro, abbiamo trovato tutte le risorse necessarie, per vederci poi bloccare da una non ben definita serie di rinvii e impedimenti burocratici: tutto ciò non è accettabile. Tutto è iniziato con un incontro con l’Università de L’Aquila e Adsu – Azienda Diritto allo Studio de l’Aquila – durante il quale la San Vincenzo si è offerta di realizzare una struttura di circa 500 metri quadrati, che la stessa Università e l’Adsu hanno individuato come utilizzabile per un Centro Studi da mettere a disposizione degli studenti universitari.

Una struttura che dovrebbe costare complessivamente circa due milioni di euro. Nell’aprile dello stesso anno, grazie alla volontà del Cavalier Severin, costruttore edile, l’ipotetica superficie della struttura è passata a 800 metri quadri, così come nei desideri dell’Azienda Diritto allo Studio. Si è arrivati così all’ottobre 2010, quando la presidente nazionale della San Vincenzo de Paoli, Claudia Nodari, ha firmato il protocollo d’Intesa, insieme al presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi e il vice sindaco del comune de L’Aquila, Giampaolo Arduini, per la realizzazione del Centro Studi.

Un impegno non da poco per la nostra associazione, che ha messo in moto decine di persone, tutti volontari, importanti raccolte fondi e risorse ingenti: dalla disponibilità di un costruttore appartenente all’associazione, il Cavalier Severin, che si è offerto di realizzare la struttura, ai fondi raccolti appositamente per finanziare il progetto, pari a 350mila euro, alla disponibilità finanziaria di altri partner (che ora, a causa di questi ritardi, rischiamo di perdere); oltre al lavoro, sempre a titolo gratuito, di ingegneri e progettisti. Tuttavia, a distanza di due anni, niente ancora si è mosso.

L’associazione ha pronte le risorse, i progetti, le forze che dovrebbero lavorare e i fondi stanziati, ma se le cose non si sbloccheranno al più presto alcune risorse potrebbero rischiare di venire meno. La storia affonda, come accade per tante altre vicende simili, nei tortuosi labirinti burocratici di un’amministrazione che non sa prendere una decisione definitiva rispetto alla collocazione della struttura. Un penoso viaggio tra permessi, delibere e attese infinite.

“Avevamo già individuato una prima localizzazione su un terreno che era stato assegnato all’Azienda diritto allo studio (ente di Regione Abruzzo). Sembrava che entro pochi giorni tutto sarebbe stato sistemato, invece abbiamo dovuto aspettare fino a ottobre prima di poter firmare l’accordo” spiega Davide di Iullo, coordinatore regionale Abruzzo della San Vincenzo.

Il documento viene firmato quindi tra Regione Abruzzo, Comune de L’Aquila e San Vincenzo, stavolta con una nuova localizzazione, prospiciente a una struttura adibita ad alloggio per gli studenti. Poi tutto si blocca nuovamente finché, a febbraio 2011, non si svolge un altro incontro di verifica. A questo punto all’associazione vengono prospettati altri due mesi di attesa, dopodiché tutto dovrebbe partire. Invece passa un altro anno, durante il quale l’associazione riceve solo una delibera di Giunta, che da mandato all’ufficio tecnico di inserire il progetto nel piano di riqualificazione urbana.

E siamo a novembre 2011. Poi ancora silenzio. E se da un lato, a più riprese, sia l’Amministrazione Comunale sia i principali esponenti di Governo che hanno fatto visita a L’Aquila hanno sostenuto la necessità di rendere la Città una Città della Cultura che faccia propria la ricchezza della presenza di studenti Universitari, dall’altro nessuno muove un dito per accelerare i tempi. “In questi mesi, non ce ne siamo stati con le mani in mano: dal febbraio al maggio 2011 sono state inviate, da parte nostra, diverse comunicazioni scritte al Comune de L’Aquila, al sindaco, agli assessori e a tutti gli altri firmatari dell’accordo.

Missive che a tutt’oggi attendono invano risposte mai pervenute” sottolinea il coordinatore regionale della San Vincenzo. “A maggio 2011, inoltre, la presidente nazionale si è recata nuovamente a L’Aquila, dove ha ricevuto rassicurazione che la situazione si sarebbe sbloccata nel giro di breve tempo, ma così non è stato. Ad oggi sembra vogliano fare un’ulteriore delibera di giunta per assegnarci una nuova area, già adibita al comparto dei servizi. Intanto tutto resta fermo, e questo ci preoccupa, perché siamo alle porte delle elezioni amministrative, e se nel frattempo cambiasse la Giunta i tempi rischierebbero di allungarsi ancora.

A gennaio ci hanno detto che entro aprile avremmo potuto far partire i lavori, ma nonostante i proclami dubito che questo sarà possibile, visto che niente si muove”. La San Vincenzo lancia quindi un disperato appello, per poter finalmente mettere in pratica il frutto della solidarietà di tutte quelle persone che hanno creduto nel progetto. “Scriveremo una lettera al presidente del consiglio Mario Monti e al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che si erano espressi sulla necessità che L’Aquila diventi un centro culturale” dice la presidente nazionale Claudia Nodari.

“Chiederemo un intervento per sbloccare una situazione che si sta trascinando davvero da troppo tempo, e che non siamo più disposti ad accettare”. Siamo a conoscenza del fatto che anche altre associazioni hanno incontrato le nostre stesse difficoltà, e si trovano con progetti da milioni di euro pronti a partire ma inconcepibilmente bloccati. In tutto ciò ravvediamo una mancanza di rispetto nei confronti di chi si è impegnato con tutte le sue forze per restituire dignità alle popolazioni colpite da questa tragedia, senza chiedere niente in cambio.