11 marzo 2012 – Si sta continuando lo studio della faglia di Paganica (L’Aquila), per comprenderne i comportamenti dopo la scossa più forte della sequenza che ha generato il terremoto di magnitudo 6.3 il giorno 6 aprile 2009.
Uno studio pubblicato da: D’Agostino, Cheloni, Fornaro, Giuliani, Reale, sul Journal of Geophysical Research (edito dall’American Geophysical Union) dal titolo: “Space-time distribution of afterslip following the 2009 L’Aquila earthquake” mostra che successivamente alla scossa principale, la faglia ha continuato a muoversi lentamente in associazione con la vigorosa sequenza sismica che ha interessato l’area nei mesi successivi. In particolare, lo studio mostra che la dislocazione post sismica sulla faglia si è concentrata ai bordi dell’area di massima dislocazione dell’evento del 6 aprile 2009.
L’uso congiunto di dati GPS ed InSAR (dal satellite italiano Cosmo-SKyMed) ha fornito un quadro senza precedenti dell’evoluzione post sismica di una faglia estensionale (tipica di quest’area dell’Appennino) con numerose implicazioni sul comportamento a lungo termine della faglia di Paganica e della sua pericolosità.