L’Aquila, 9 marzo 2012 – L’Aquila è una questione nazionale, lo è dall’inizio, come da molti semplici cittadini è stato compreso.
In altri termini non si ricostruisce un intero territorio con Ordinanze e codicilli, e neanche criticandoli.
L’Aquila è una sfida, che ancora oggi si stenta ad affrontare. Per dirla in altri termini, L’Aquila va rifondata, tenendo conto della storia, delle vocazioni e della opportunità, sì opportunità, che il sisma ci ha messo davanti.
Forse per questo ci saremmo aspettati da subito, da parte del governo, non la nomina di un Commissario, per di più Presidente della Regione, quindi politico, che ci mettesse davanti le regole per ricostruire, quanto piuttosto una task-force fatta di saperi specifici che, con l’aiuto della popolazione, potesse ripensare la città. . E ci saremmo aspettati dal Comune una precisa linea programmatica in tal senso, un’apertura, una gestione speciale e non ordinaria.
Il cantiere più grande d’Europa, fatto non solo di gru, ma di progetti, intelligenze, insieme per una sfida.
Una sfida che cominci da subito, per alleviare i tanti disagi che oggi viviamo, per risolvere la questione di questa città di transizione, avviandola verso la definitiva. Una città che nella sua dispersione possa ritrovare un proficuo rapporto con i centri minori. Che si abitui a incontrarsi in luoghi diversi, ma ad alto valore identitario: il fiume Aterno, le mura della città, il Parco del Castello. Con interventi immediati e circostanziati, fatti di percorsi pedonali, storici, nuovi ma anche antichi.
Questa è la sfida, non certo il rimpallo di responsabilità.
Occorre fare lo sforzo di pensare a L’Aquila e alle sue frazioni come un patrimonio di tutti, che ha bisogno dello Stato, per ripartire. Ha bisogno che i suoi cittadini riconoscano la sfida delle ricostruzione avendo non solo nel cuore, ma anche nella mente, che si tratta di una città importante, storica e per di più capoluogo di Regione.
Dunque, il nuovo sindaco che eleggeremo il 6 maggio dovrà chiudere la Città agli speculatori e aprirla al mondo. Auspichiamo che il ministro Barca operi diversamente da quanto fatto finora dalla gestione commissariale e che il governo si assuma l’impegno di una rapida ricostruzione chiedendo la solidarietà dell’intera nazione, anche destinando parte del ricavato dalla lotta all’evasione.
POLICENTRICA ONLUS