TRENI: IN ABRUZZO IL RINCARO PIU’ ALTO IN ITALIA

19 dicembre 2011 – Sono tristi conferme dei disagi che spesso subiscono i pendolari abruzzesi, quelle raccontate dalle cifre esposte da “Pendolaria”, il dossier legato alla campagna annuale di Legambiente a sostegno dei cittadini che si muovono in treno.

Presentato stamane a Roma, il dossier mette in rilievo come l’Abruzzo sia la regione ad aver aumentato il tariffario più di tutte in Italia: parliamo di una media di rincaro del 20%, con punte del 25%, più eclatante, su scala nazionale, rispetto agli aumenti in Lombardia (+23,4%) e in Liguria (+ 20%).

Insieme alla Campania, inoltre, con il nostro -10% ci collochiamo anche tra le regioni che hanno applicato tagli più severi ai servizi, con un investimento di poco più di 4 milioni e mezzo per i servizi, pari allo 0,8% del bilancio regionale, e nessuno stanziamento per il materiale rotabile. Una situazione che va anche a discapito della sicurezza degli oltre 23mila passeggeri, di cui 9mila abbonati, che ogni giorno percorrono i 662 Km di rete ferroviaria in Abruzzo.

La spesa regionale sulle infrastrutture, inoltre, sul totale 2003-2011 è stata interamente dedicata al miglioramento delle strade, ma non è stato finanziato assolutamente nulla per migliorare la condizione delle ferrovie.

E se non bisogna guardare solo alle infrastrutture quanto anche alla qualità complessiva del servizio, che vuol dire treni moderni, veloci, puntuali, si deve anche constatare come i treni pendolari italiani sono quelli che viaggiano più lentamente in Europa: 35,5 km/h contro i 51,4 della Spagna, i 48 della Germania, i 46,6 della Francia ed i 40 del Regno Unito. Per recuperare velocità non servono nuovi grandi investimenti ma il miglioramento delle linee esistenti e magari la possibilità di utilizzare le nuove linee ad Alta Velocità anche per alcuni convogli pendolari.

«Il tema del trasporto pendolare deve entrare nell’agenda delle politiche regionali – commenta Antonio Sangiuliano, direttore di Legambiente Abruzzo – con l’obiettivo di renderlo realmente competitivo rispetto al trasporto su mezzi privati, vincere la sfida lanciata dall’Unione Europea al 2020 in termini di riduzione delle emissioni di CO2 e uscire dalla crisi attraverso la Green Economy. Ma per raggiungere questi obiettivi è necessario dire No ai tagli e alle ulteriori riduzioni dei servizi».